parola al tifoso

NON E’ UN PAESE PER L’INTER

di ALESSANDRO RIVA. Domani è il mio compleanno. Lo so, non interessa a nessuno ma provate ad aggiungere un solo giorno alla data odierna (4 maggio) e forse ai più la cosa non passerà inosservata. Di biscotti, mangiati e non, ne so qualcosa,...

Sabine Bertagna

di ALESSANDRO RIVA. Domani è il mio compleanno. Lo so, non interessa a nessuno ma provate ad aggiungere un solo giorno alla data odierna (4 maggio) e forse ai più la cosa non passerà inosservata. Di biscotti, mangiati e non, ne so qualcosa, almeno per il fatto di aver desiderato un regalo di compleanno che mai mi è stato recapitato. E non era certo un biscotto. Anzi, dopo settimane di insinuazioni, da un lato, e rassicurazioni dei tifosi laziali, dall’altro, ho dovuto digerire (se mai l’ho fatto) qualcosa di ben più amaro. Il compleanno più triste.

Sono passati otto anni ma come d’incanto nulla sembra essere cambiato. Accendo la TV e, ora come allora, mi rintano nelle pieghe del divano ascoltando le urla ed il livore della stragrande maggioranza degli opinionisti (chiunque non sia interista) che si scagliano contro i colori nerazzurri accusandoli di appropriazione indegna di vittoria contro la Lazio. Rifletto: cos’è successo? Ah già. I primi in classifica e finalisti di Champions (ebbene sì, con buona pace di tutti…) hanno battuto la quartultima in classifica. Strano. Risultato inaspettato. Ok gente, siamo la pazza Inter ma suvvia…

Tutti contro. Da una vita. L’Italia intera non tifa Inter. Non è un caso se tutto ciò che la Beneamata sfiora si trasforma immediatamente in polemica. Non importa quali siano i fatti concreti o i contenuti; la colpa è dell’Inter. E basta.

Non è servito neppure un fatto epocale e scandaloso come Moggiopoli, che ci ha fatto vergognare (davvero?) davanti a tutto il mondo, ma che non ha fatto altro che far emergere un dato di fatto conosciuto ai più. Ebbene, nessun mea culpa, nessuna vergogna da parte di nessuno. Nessun passo indietro. Fosse successo a noi ci saremmo inginocchiati a vita sui ceci con il capo cosparso di cenere. Noi.

Ma l’Italia è altra cosa. Vicina ma lontana anni luce. E’ il paese nella cui capitale dopo una partita di calcio i tifosi invece di sfottò tirano fuori i coltelli e festeggiano ‘decorandosi’ volto e glutei. E se la lama non basta si passa a dar fuoco ad auto con tanto di mamma e generosa prole a bordo. Ma tranquilli, non è successo nulla. La capitale è la capitale. Per fortuna abbastanza lontana. Abbastanza.

La capitale di un paese che non fa per noi. Non è un paese per l’Inter.