Non so voi, ma io non so più cosa fare. Lo aspettavo da quando sono nata questo momento (so quanto mi capite) e ora che è arrivato mi sento immobile. Non riesco a sperare, né a pregare, non ci dormo, non ci mangio, tocco le stelle, mi vedo in mezzo al campo di fronte ad un palo, ad una traversa, o sul dischetto del rigore e la mia mente poi si blocca: non riesce, non vuole immaginare. Siamo ad un passo dal sogno, ad un centimetro dalla Luna. A guardare di sotto adesso c’è da avere le vertigini. È un sogno bellissimo fatto da svegli e che, comunque vada, ha reso questa stagione assolutamente unica. Abbiamo passato notti nel mare in tempesta in balia delle onde. Domenica scorsa abbiamo toccato terra. Quella che abbiamo sotto ai piedi (e cucito sul petto ancora per un anno) è una certezza che può servire a puntare dritti verso l’impossibile. C’è chi tenterà questo salto salendo su un aereo per Madrid, superando (pazienza da applausi) l’inferno di viaggi che dovevano essere pacchetti e invece si sono rivelati dei pacchi incredibili; c’è chi riempirà piazza Duomo (o i bar sparsi in tutta Italia) con gli amici per vedere l’effetto che fa; c’è chi si rintanerà in casa: telefono staccato, figli addestrati, silenzio tombale e guai alla moglie che passa davanti alla tv. Sarà l’ansia, sarà la paura o forse solo semplicemente sarà che io una cosa così non l’ho vissuta mai e per questo non sono capace di controllarla. Nel ‘65 non c’ero e per quanto i miei si siano sforzati di rendermi reale il racconto della Grande Inter, per me quella è sempre stata una favola dal ‘e vissero felici e contenti…’. Stavolta il finale non lo conosco e aspettarlo, sapendo che non posso andare all’ultima pagina del libro per vedere che succede, mi distrugge, mi spiazza, mi disarma. C’è ancora quell’ultima pagina da riempire, quel foglio bianco aspetta di essere storia (e speriamo si riempia di quei colori che ci appartengono spudoratamente). Manca una sola notte. E dopo questa notte scopriremo il finale. Tra qualche ora il sogno di una notte di mezza primavera potrebbe materializzarsi: la Luna potrebbe essere lì per noi.
parola al tifoso
NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI…
Non so voi, ma io non so più cosa fare. Lo aspettavo da quando sono nata questo momento (so quanto mi capite) e ora che è arrivato mi sento immobile. Non riesco a sperare, né a pregare, non ci dormo, non ci mangio, tocco le stelle, mi vedo in...
© RIPRODUZIONE RISERVATA