parola al tifoso

PAROLA AL TIFOSO – Mazzarri: più uomini meno numeri

Alessandro De Felice

ARTICOLO DI PASQUALE GUARRO La nuova Inter è in costruzione e la non ancora avvenuta metabolizzazione dell’esonero di Stramaccioni da parte di una buona fetta di tifosi, spinge inevitabilmente a prematuri raffronti tra l’Inter che è stata,...

ARTICOLO DI PASQUALE GUARRO

La nuova Inter è in costruzione e la non ancora avvenuta metabolizzazione dell’esonero di Stramaccioni da parte di una buona fetta di tifosi, spinge inevitabilmente a prematuri raffronti tra l’Inter che è stata, quella che sarà ed addirittura con quella che sarebbe potuta essere.4-3-3, 3-5-2, 3-4-1-2; Tattiche infallibili, potrebbe dir qualcuno. Solo tedianti ed inutili caratteri numerici, potrebbe rispondere qualche altro. Chi avrebbe ragione?

Stigmatizziamo frasi e/o preconcetti: Con tutto il rispetto per le altrui opinioni, forse, sarebbe quantomeno giusto ed opportuno, discostarsi totalmente da affermazioni quali:” Il 3-5-2 è uno schema che nessuno adotta in Europa, di conseguenza non va bene per l’Inter” o ancora: “con il 4-3-3, l’Inter si sarebbe evoluta tatticamente portandosi al livello delle grandi d’Europa”Da tali atrocità, andrebbero prese le dovute distanze, concedeteci di pensare ancora al calcio come uno sport dove a fare la differenza siano solamente gli uomini, gli interpreti con il proprio talento e le proprie motivazioni, consentiteci di pensare che il calcio, sia ancora uno sport per uomini e non per robot.Non esiste lo schema vincente: Aboliamo i luoghi comuni, non esiste un modulo che sia migliore di un altro, esiste semmai, la bravura di un allenatore che sappia fare di necessità virtù, utilizzando al meglio il materiale umano a propria disposizione. Se così non fosse, ci sarebbe uno schema che arriverebbe costantemente primo ed altri che gli succedono in maniera direttamente proporzionale alla bontà del modulo stesso. Insomma, congetture da pazzi. Abnegazione, spirito di sacrificio, voglia di vincere, altruismo, sagacia, qualità. Sono questi gli unici valori a scendere in campo che sanciscono il successo o la sconfitta, il trionfo o la disfatta, queste le uniche peculiarità che determinano quanto un allenatore sia più o meno bravo di un altro. E’ per questo che ognuno può mantenere le proprie idee nei confronti di Mazzarri o Stramaccioni, d’altronde si sa,” dove c’è gusto non c’è perdenza” recita un famoso detto, tuttavia, bisogna fare attenzione a non emettere giudizi troppo affrettati, soprattutto se questi ultimi sono dettati da glaciali analisi su asettici numeri. Spesso vince semplicemente chi suda di più, ed il sudore si sa, non è nè glaciale nè asettico. Pasquale Guarro