parola al tifoso

POBORSKY BYE BYE

Negli spot che presentano la partita contro la Lazio, il fantasma del 5 maggio mette paura agli interisti. Nelle telecronache tv il nome di Poborsky riecheggia come un tuono. L’Inter stavolta si gioca il sorpasso. Mourinho non si lascia...

Eva A. Provenzano

Negli spot che presentano la partita contro la Lazio, il fantasma del 5 maggio mette paura agli interisti. Nelle telecronache tv il nome di Poborsky riecheggia come un tuono. L'Inter stavolta si gioca il sorpasso. Mourinho non si lascia incantare dall'atmosfera tutta nerazzurra e dall'invito dei laziali: "Scansamose". Se ne sta in silenzio lo Special One, concentrato sul da farsi e su una partita da vincere a tutti i costi. La Lazio gioca come tutte le altre quando incrociano la Beneamata: in dieci dietro la linea della palla e tocca a Zanetti & co. trovare un varco nel muro biancoceleste. Il tempo diventa un sentimento. Le palle gol sono tutte nerazzurre. E quando Sneijder, il suo Sneijder, incespica sulla palla a due passi dalla porta, Mou non ci crede e si getta disperato tra le braccia della panchina. Nervoso, Josè One, fa ballare Milito in un riscaldamento incerto. Quando Samuel il muro, di testa, finalmente la butta dentro il portoghese è già vicino agli spogliatoi. Arrabbiatissimo. E rientra in campo per primo. Ancora arrabbiatissimo. Il secondo tempo passa sornione. Una scossa alla partita la dà Motta che, di nuovo di testa, sorprende Muslera. E' il raddoppio ed è un'altra missione compiuta. Nel post partita le interviste insistono su unico punto, manco fosse Totti a tenere il microfono: "La Lazio non ha giocato". L'Inter si, però. La curva Nord si vendica, quei pollici in basso, non li ha proprio digeriti. E così celebra Mourinho: "Un uomo vero in un calcio finto". Un uomo che ha cambiato la storia nerazzurra, qualsiasi cosa accada. Con buona pace del fantasma di Poborsky.