parola al tifoso

Questione biglietti: amala, nonostante tutto

Alessandro De Felice

DI CRISTIAN CIARDI Certo non ci si aspettava un’affluenza di pubblico così. Soprattutto per una partita di un “preliminare” di Tim Cup da disputarsi il 18 agosto, quando le città dovrebbero essere vuote e i tifosi in vacanza. Invece, ieri...

DI CRISTIAN CIARDI

Certo non ci si aspettava un’affluenza di pubblico così. Soprattutto per una partita di un “preliminare” di Tim Cup da disputarsi il 18 agosto, quando le città dovrebbero essere vuote e i tifosi in vacanza. Invece, ieri a San Siro per il vernissage ufficiale della nuova Inter di Mazzarri si è sfiorata quota 20mila presenze per la sfida di Coppa Italia contro il Cittadella. Ma del resto, la tifoseria nerazzurra negli ultimi anni si è distinta per l’affetto mostrato nei confronti della “Beneamata”, infatti, ha sempre primeggiato per numeri di abbonati ed anche per l’affluenza allo stadio. Un entusiasmo che, sia pur scemato per le ultime le due stagioni disastrose, è rimasto sempre ad alti livelli. Non a caso lo scorso anno ha vinto lo “scudetto degli abbonamenti” battendo al fotofinish il Milan e in questa stagione, nonostante il deludente 9° posto nel campionato 2012-13, tenta di ripetersi. Senza dimenticare le migliaia di sostenitori che hanno deciso di passare le proprie vacanze in Trentino, a Pinzolo, al fianco dei propri beniamini impegnati nel ritiro estivo 2013. Dicevamo “nonostante tutto”. Già, nonostante tutto, questo messaggio non deve essere stato recepito molto bene dalla società che ieri, domenica 18 agosto, per la partita con il Cittadella al “Meazza” è stata protagonista di un clamoroso autogol. Aperto il solo primo anello, e fin qui nulla di eccezionale, visto che anche negli anni passati era già capitato per alcuni impegni di Tim Cup o per i preliminari di Europa League. Ma quello che ha fatto infuriare migliaia di tifosi al di fuori dello stadio, è stata l’assoluta disorganizzazione per le operazioni di acquisto e ritiro dei tagliandi. Due operazioni ben distinti. Le prime presenze si registrano verso le 16, man mano che si avvicina l’ora del fischio d’inizio la fila ai botteghini sotto la Curva Nord e sotto la Sud diventano sempre più lunghe e lente. Alle ore 18 iniziano i primi malumori, le prime urla di persone che lamentano di essere in fila dalle 16:30. Qualcuno, residente in città o comunque nell’interland desiste e opta per tornare a casa a vederla in TV. La tensione inizia a crescere, partono i primi corsi “Entriamo senza pagare”, “Vergogna”, “Aprite i cancelli”. All’ingresso 15, lato Sud, arriva la polizia in assetto antisommossa, poco dopo anche i carabinieri. La gente è sempre più arrabbiata, in fila ci sono anche persone che hanno acquistato il biglietto online sul sito della società ma, sprovvisti di tessera del tifoso, devono fare la fila per ritirare il tagliando al botteghino. Insomma, gente che ha acquistato il diritto ad assistere ad una manifestazione e non può accedervi. Alle 18:30 inizia il match e la calca alla biglietteria è ancora tantissima. Tra questi ci sono anch’io, che nonostante sia in possesso della tessera del tifoso e di regolare accredito sulla stessa, attendo che alcuni amici (provenienti come me da Torino) riuscano a fare il biglietto. Nel frattempo si sparge la voce che i biglietti sono terminati. In verità sono terminate le scorte inizialmente consegnate alla biglietteria. Alle ore 18:45, io entro allo stadio, dopo che i miei amici decidono di tornare a casa. Dalla Sud devo raggiungere la Nord. Incrocio anche alcuni addetti con mazzette di biglietti ancora da stampare in mano, arrivano nuove scorte. Il punteggio è ancora 0-0 ma arrivato all’altezza del centrocampo il boato di San Siro sottolinea la rete di Jonathan. Ecco, me la sono persa. Non mi perdo il raddoppio di Palacio, al contrario di molte altre migliaia di persone che riescono ad entrare solo ad inizio ripresa. Per fortuna l’affetto e la pazienza di alcuni di loro vengono ripagati con altre due reti nel secondo tempo. Si torna a casa felici per una larga vittoria e si dimentica tutto. Perché il motto del tifoso interista alla fine è sempre: Amala. Nonostante tutto.