parola al tifoso

Salto di qualità  o sarà  dura. La vicenda Viviano da far arrossire

di CLAUDIO SARA Purtroppo dobbiamo dirlo, la società dell’Inter non fa nulla per dimostrare di essere la società della squadra campione del mondo in carica. Sembra muoversi al buio, a tentoni, senza linee guida e senza un progetto. Dimostra di...

Alessandro De Felice

di CLAUDIO SARA

Purtroppo dobbiamo dirlo, la società dell’Inter non fa nulla per dimostrare di essere la società della squadra campione del mondo in carica. Sembra muoversi al buio, a tentoni, senza linee guida e senza un progetto. Dimostra di non avere più ambizioni come se i cinque trofei vinti stupendamente nel 2010, anziché lanciarla definitivamente nell’olimpo del calcio mondiale, l’abbiano, al contrario, ridotta ad una misera provinciale impegnata unicamente a fare cassa ed a navigare a vista per rabberciare una formazione con la quale affrontare, senza alcuna velleità, la prossima stagione.Le ultime vicende sono particolarmente illuminanti e, ahimè, rafforzano questa convinzione, ormai sempre più diffusa tra i tifosi.QUESTIONE ALLENATORE. Mister Gasperini è una persona perbene, un ottimo tecnico, forse il migliore tra gli italiani emergenti. Ma è stato drammatico l’errore di far capire al mondo intero di averlo messo sotto contratto soltanto dopo aver contattato una mezza dozzina di allenatori prestigiosi che, per un motivo o per un altro, non hanno accettato la panchina nerazzurra. I tentativi per ingaggiare un top-tecnico andavano certamente fatti, ma non sbandierati ai quattro venti. Ricordate? Moratti in persona ha dichiarato pubblicamente che la clausola rescissoria per avere Villas Boas era insostenibile e che c’è stato il divieto della federazione inglese per Capello. Il tutto mentre Branca, contemporaneamente (sic!) e tanto per aumentare la confusione, riferiva di essere stato ad Oporto in vacanza e non per Villas Boas e che l’Inter non ha mai avuto il benché minimo interesse del per il CT dell’Inghilterra (ma i dirigenti parlano tra di loro?).In una simile situazione, vi è il rischio che i tifosi e, soprattutto, i giocatori percepiscano tutto questo come una debolezza dell’allenatore ed il suo poco appeal sulla società. Così come tutto l’ambiente intuì immediatamente che Benitez non era supportato dalla dirigenza che non aveva voluto esaudire alcuna richiesta di mercato formulata dal tecnico spagnolo.E poi, non nascondiamoci dietro un dito! Riconosciamo che l’Inter ha cercato allenatori (tutti bravi, per carità) ma completamente diversi l’uno dall’altro e, quindi, seguaci di filosofie, portatori di tattiche e di impostazioni diametralmente diverse tra loro. E ciò non ha fatto altro che rafforzare il sospetto dell’inesistenza di un vero e proprio progetto societario secondo il quale acquisire il tecnico e, conseguentemente, i calciatori più funzionali.CAMPAGNA RAFFORZAMENTO. Ovviamente, senza un tecnico, come si poteva programmare una campagna acquisti-cessioni degna di questo nome? E siamo a fine giugno! Tra una quindicina di giorni la squadra inizierà la preparazione e noi siamo ancora qui immobili a guardarci in giro con un ritardo mostruoso rispetto a tutte le altre grandi squadre europee, in generale, e nella corsa ai grandi calciatori, in particolare. Normali conseguenze, vista la confusione, sono i malumori dei nostri campioni ai quali nessuno ha pubblicamente fatto intendere che la società c’è, è forte e non intende abdicare a nulla né, tanto meno, “ignorare” gli onerosi contratti sottoscritti.La vicenda Viviano, poi, dovrebbe soltanto far arrossire! Se non fosse stato per la dabbenaggine (o anche solo la fretta) di un dirigente del Bologna, oggi avremmo perso, per una manciata di euro, il portiere della nazionale su cui eventualmente puntare per il dopo-Julio Cesar (in verità, mi auguro, ancora molto lontano) oppure da utilizzare come preziosa pedina di scambio per acquistare qualche giocatore di grande livello.Su tutto, infine, quell’insopportabile sensazione di essere improvvisamente diventati una società senza soldi e senza idee, impegnata unicamente ad inseguire l’applauso di Platini per il fair play finanziario. Basta leggere i giornali per rendersi conto che siamo l’unica squadra in tutto il globo terracqueo ad attuare questa politica. I top team continentali si stanno svenando (e rinforzando!) senza alcun timore probabilmente perché sanno che Platini non dirà, o non potrà  dire, mai nulla. Come, d’altra parte, nulla ha detto “Roi Michel” alla sua amata Juventus che ha stanziato cifre da capogiro per il mercato, dopo che già lo scorso anno ha speso (peraltro male) un centinaio di milioni di euro e che, oggi, non ha neanche la prospettiva degli introiti delle coppe europee.Detto questo, ci aspettiamo un grande salto di qualità, un vibrante scatto d'orgoglio, un imperioso cambio di marcia della società che ci smentiscano clamorosamente e che dimostrino l’infondatezza dei timori della tifoseria con l’allestimento di una squadra forte, ambiziosa e competitiva senza il sacrificio, se non per eventuali ragioni strettamente tecniche e tattiche, di alcuni dei nostri grandi campioni.Sempre e comunque forza Inter!