parola al tifoso

SE AVESSE SEGNATO IL CESENA…

L’erba del vicino ė sempre più bruciacchiata. E si sa, in tempi difficili è un’ottima consolazione. Il Milan, che ‘tiene sempre i suoi campioni’ vende Ibrahimovic e Thiago Silva dopo scenate che parlavano di cuore,...

Eva A. Provenzano

L'erba del vicino ė sempre più bruciacchiata. E si sa, in tempi difficili è un'ottima consolazione. Il Milan, che 'tiene sempre i suoi campioni' vende Ibrahimovic e Thiago Silva dopo scenate che parlavano di cuore, salvezza, stile, amore e per dare una ragione a tutto basta guardare a quelli sull'altra sponda del naviglio, quelli che 'mediaticamente' hanno sempre qualcosa da attaccare. E di riverenze 'mediatiche' ne ricevono pochissime.

LO SPACCA SPOGLIATOIO - Allora ecco Mauro Suma, direttore di Milan Channel, giustificare in un'editoriale le due cessioni 'perché sono inevitabili', perché Ibra, più che le bottiglie, spacca gli spogliatoi, li distrugge addirittura e quando lui parte lascia ovunque un senso di rivalsa incredibile, che poi fa vincere tutto. Non sono gli Eto'o, gli Sneijder, i Milito e i Mourinho a vincere. E' proprio l'assenza dello svedese che fa il miracolo. Quindi si può vendere, serve ad assestare il bilancio e a ridare ordine al sistema economico dell'Italia del calcio. E non c'era scelta, per cedere l'attaccante era necessario cedere anche il difensore brasiliano. Una decisione eroica che serve a salvare il club dall'esclusione della Champions. E anche qui il riferimento alla sponda nerazzurra è puramente voluto.

A TESTA ALTA - In ogni caso ci rialzerà e si andrà a testa alta. Non come l'Inter. Non come i tifosi nerazzurri che nel giorno del derby si sono permessi di tifare per la loro squadra anziché per il Milan. Sono rei di aver regalato lo scudetto alla Juventus e Suma non gliela perdona. Tira in ballo la maglia rossa scelta da Moratti e dice: "Il rosso e il nero si sfiorano, senza che la strisciolina blu dello stemma sociale riesca a fare argine". Non c'è ombra di nero senza l'azzurro sulla seconda divisa, non c'è ombra di rosso Milan. E se chi dice il contrario conoscesse veramente i colori della sua di maglia forse saprebbe distinguerli.

MALDINI NELL'ARMADIO - Poi attacca sull'argomento Julio Cesar: "Un grande uomo che meritava un altro trattamento". Come se gli interisti non lo sapessero, come se non lo avessero amato mai. I milanisti le bandiere le amano, gli danno l'addio. Poi, gentilmente le ripongono nel cassetto anche se hanno indossato la loro fascia di capitano. Forse c'è erba bruciacchiata nel giardino nerazzurro, ma la morale fatta da chi di cose da rimproverarsi ne ha eccome, ci sembra un po' troppo.

PREGHIERE - Chissà cosa lo stesso giornalista ha detto in telecronaca al momento della linguaccia di Julio a Ibra, la sera dell'ultima stracittadina. Non osiamo immaginarlo. Come sempre la coerenza è una questione sconosciuta, tutto dipende dal momento, basta allinearsi al sistema e chi se importa se prima si era arrivati a pregare perché certe cose non accadessero, anche se prima si urlava a squarciagola 'mai più senza'. Chissà cosa sarebbe successo se il sei maggio la formazione di Allegri avesse avuto un punto in più dei bianconeri e avesse battuto l'Inter. Se il gol lo avesse segnato proprio Ibra. In quel caso sarebbe stato uno spacca-spagliatoio da cedere? Cose che non sapremo mai. Ah, se avesse segnato il Cesena.... 

Twitter @EvaAProvenzano

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