parola al tifoso

‘Se mi cambi non vale’, da Muntari a Cassano: giocatori suscettibili?

Eva A. Provenzano

Da Totti a Borriello. Da Chivu e Milito a Maicon e Muntari. Ogni domenica sui campi di calcio di tutta Italia il momento della sostituzione (o quello della lettura dei convocati) diventa uno ‘spettacolo’ nello spettacolo. Ieri...

Da Totti a Borriello. Da Chivu e Milito a Maicon e Muntari. Ogni domenica sui campi di calcio di tutta Italia il momento della sostituzione (o quello della lettura dei convocati) diventa uno 'spettacolo' nello spettacolo. Ieri all'Inter c'ha pensato il centrocampista ghanese a dare in escandescenza, tornandosene a casa perché il suo allenatore aveva deciso di mandarlo in tribuna. Senza contare Maicon che quasi sembrava un posseduto mentre dal campo urlava e si sbracciava per la sostituzione di Biabiany. Ma i calciatori 'ribelli' non sono un'esclusiva di Benitez. A Napoli, per esempio, dopo la sostituzione di Borriello, Ranieri spiega: "L'ho sostituito perché era stanco", ma l'attaccante lo contraddice immediatamente: "Non ero stanco per niente". E di scaramucce ne sa qualcosa pure la Sampdoria. Di Carlo manda negli spogliatoi Antonio Cassano e lui, forse arrabbiato con sè stesso per i gol sbagliati, tira dritto e non passa neanche a salutare Pozzi, il giocatore chiamato a sostituirlo. Gli allenatori, oltre al danno la beffa, sono costretti a giustificare i colpi di testa dei loro ragazzi, ma una domanda nasce spontanea: 'Se non possono sostituire, non possono mandare in tribuna, non possono decidere chi gioca meglio, che li paghiamo a fare 'sti allenatori?