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parola al tifoso
DI GIORGIA MELISSA PORLIODCome un innamorato che sfoglia la margherita, sussurrando "m'ama o non m'ama?" e freme sperando in un dolce esito, così i tifosi interisti aspettano il responso finale: Strama o non Strama? Il dubbio é amletico. Cosa farne del tecnico? Il presidente si é preso un po' di tempo per pensare, ma le ultime indiscrezioni sembrano favorire l'esonero del romano e l'approdo dell'ex rivale Mazzarri. Cosa farne, allora, di questa stagione? Da dove ripartire? In realtà non c'é molto da dire. La stagione che si é appena conclusa può solo essere definita come "annus horribilis": 54 punti, nessuna qualificazione, nono posto e 16 sconfitte collezionate nel corso del torneo. Detta così, sembrerebbe tutto da buttare. Eppure no, un qualcosa da salvare c'é. Ma torniamo indietro nel tempo. Era il 26 marzo 2012: dopo la vittoria della NextGen, Andrea Stramaccioni approda alla panchina Nerazzurra subentrando al tecnico Claudio Ranieri, esonerato a causa della sconfitta con la Juventus. Comincia così la favola agrodolce dell'allenatore romano, meglio conosciuto come "Strama". Classe 1976, una laurea in giurisprudenza, un passato da calciatore e un trofeo importante alla giuda della migliore primavera nerazzurra degli ultimi anni. Un palmares scarsino, nulla a che vedere con quello di un Mourinho, nulla a che vedere con Benitez, Gasperini, Leonardo o Ranieri. E meno male, direi. Ci vuole aria di cambiamento e i paragoni non sorgono nemmeno spontanei. E imfatti Strama ha un quid in più, un qualcosa che nemmeno noi sappiamo spiegare. Comincia il suo percorso "bène bène" aggiudicandosi persino la simpatia dell'allora milanista Cassano, vincendo la prima partita della sua avventura in prima squadra per 5-4 con il Genoa e vincendo il derby per 4-2. La stagione del dopo-Mou, che sembrava una via crucis, senza un valido sostituto, prende una nuova forma e dà vita all'era di Strama. Ma la simpatia non basta. Il tecnico dimostra di saperci fare, di saper tenere la squadra coesa, di far numero all'interno dello spogliatoio. L'Inter ritrova la voglia di giocare, milita in Europa league, batte l'invicta Juve allo Juventus Stadium ed é seconda in campionato, a pochi punti dalla capolista. Improvvisamente, però, qualcosa si sgretola. I mattoni della casa nerazzurra crollano uno a uno. Errori arbitrali, rigori non dati, rigori subiti e una serie di infortuni che riducono la difesa a un colabrodo e l'attacco alla testa di Conte prima del trapianto di capelli in Svizzera. Che succede? Noi interisti sappiamo come si possa passare dallo Zenith al baratro. E a noi piace così. Soffriamo, ci crediamo e a volte pensiamo di mollare, ma é solo dopo aver toccato il fondo che troviamo la forza di reagire. Per cui un qualcosa da salvare c'é e io salvo Stramaccioni. Salvo Andrea, l'uomo, il giurista che difende la squadra davanti alle telecamere, che replica con arguzia e si auto infligge tutte le colpe che hanno portato alle ultime e disastrose sconfitte. Salvo Stramaccioni, il tecnico, che ha ridato voglia ed energia ad una squadra che sembrava spenta. C'é chi dice che Strama non abbia dato un gioco, che sia troppo inesperto e non vede l'ora che varchi i cancelli di Appiano. State attenti, interisti. Dall'addio di Leonardo , non avevo mai più visto i ragazzi sorridere e divertirsi nel giocare. L'Inter é pazza e alla sua guida ci vuole un pazzo che la sappia gestire. E bisogna proprio essere dei pazzi per dare le colpe solo a Strama, il capro espiatorio di questa stagione. La società dove la lasciamo? Gli acquisti? Le decisioni di Branca? Senza contare gli infortuni. E' crollato persino Zanetti. Non facciamo in tempo a comprare un giocatore oltre oceano che questo é già in infermeria mezzo rotto. Io credo in Strama e nel lavoro che ha fatto. Rispetto per questo giovane allenatore, tanto osannato nei derby o nel post Juve-Inter e tanto criticato dopo l'ultima sconfitta con l'Udinese. Per ora voglio sorvolare l'ipotesi Mazzarri, utilizzando una frase di un allenatore che per primo ha sostenuto Strama e al quale sono molto affezionata: "un asino non sarà mai un cavallo di razza".Ti prego presidente, pensaci bene. Ci sono allenatori che non hanno nulla a che fare con il nostro mondo, e le dispute Mazzarri-Mou ce lo ricordano. Pensaci bene, rinnova la squadra , ma concedi un'occasione a Strama. Butta quella margherita e tieni il petalo vincente.
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