parola al tifoso

Strama-Sneijder-Cassano: il ‘triplete’ del ritrovato entusiasmo…

Sarà una coincidenza. Però da quando è spuntato il video ‘Strama Strama, bene bene’ i riflettori si sono riaccesi di colpo su Wesley Sneijder. Al Corriere dello Sport, l’allenatore dell’Inter, ha raccontato quella volta in cui nel...

Eva A. Provenzano

Sarà una coincidenza. Però da quando è spuntato il video ‘Strama Strama, bene bene’ i riflettori si sono riaccesi di colpo su Wesley Sneijder. Al Corriere dello Sport, l’allenatore dell’Inter, ha raccontato quella volta in cui nel tunnel di San Siro, Cassano lo aveva cercato per fargli i complimenti e per dirgli che c’era un giocatore che del suo arrivo in panchina era davvero felice, il suo vicino 'Wwess'. Tutto merito della ritrovata condizione e di un feeling di mourinhiana memoria che il folletto olandese non aveva mai avuto con Gasperini e Ranieri. Prima di quell’imitazione in barese-romano si parlava di Wes e del suo destino lontano da Milano, in Russia, in Inghilterra chissà dove. Tutti in attesa di una bomba di mercato che di fatto non è mai arrivata e la conferma del tecnico in una sera d’estate: “Lui è il mio numero dieci”. 

I mal di pancia stavano altrove. Il folletto è tornato e si è ripreso l'intera scena: mostra il suo sorriso ritrovato, non si scansa, si dà ai tifosi fuori dai cancelli della Pinetina. Gli chiedono di fermarsi con tanto di striscioni e lui decide di accontentarli sottoponendosi alla ressa che ne esce per un autografo o una foto da conservare per sempre.

Insieme a lui adesso c’è pure FantAntonio. I due sono sono diventati amici già in epoca rossonera. Ci ha messo un minuto ad ambientarsi tra i suoi nuovi compagni. Questione di carattere. L'attaccante (oltre ad essere interista) è un simpaticone (sta antipatico agli avversari, lo sappiamo per esperienza) e ha bisogno di scherzare per sentirsi a proprio agio. Di solito usa Nagatomo. Ieri nel mirino era finito Gargano. Il centrocampista davanti alle telecamere per la presentazione ufficiale, lui dietro a fare finta di inciampare tra i cavi, a disturbare di nascosto l’uruguaiano. Gli hanno detto, testuali parole, che ha 'un cuore ingrato' (com'era la storia degli striscioni scandalosi dei tifosi interisti?). Gli hanno fatto la morale pure stavolta: “Come si è permesso di dire quelle cose al Milan, la squadra che lo ha amato e curato?". Come se curare un proprio giocatore fosse una roba da inserire nel curriculum da presentare alle porte del paradiso nel giorno del giudizio. Quando Moratti ha curato il ginocchio di Ronaldo e lui lo ha messo di fronte ad un out-out ('Cuper o me'), qualcuno si è scandalizzato? Aveva ragione il 'Fenomeno', ovviamente. L'Inter è così: la prima lezione è che è speciale, poi si scopre perché. E allora è facile immaginare che se tutta questa storia fosse avvenuta a parti inverse nessuno si sarebbe preoccupato di parlare di tradimento. Tanto è sempre colpa della Beneamata. 

Strama ha capito che senza l’ironia non si va da nessuna parte e ci ha scherzato su: “Lo confesso, io e Antonio stiamo insieme da tempo ormai”. Stanno insieme da quella sera del derby, quando le parole di un ragazzo sincero avevano alleggerito una partita complicata (per gli altri visto il risultato). E adesso si sono ritrovati e sperano, con Wesleyno e con il resto della truppa, di regalare qualcosa di buono agli interisti.

Il popolo nerazzurro, almeno per ora, ha messo da parte mugugni e preoccupazioni, quelle che erano spuntate a fine anno, quando gli esperti di mercato parlavano di zero acquisti, zero soldi, bilanci da quadrare. Poi sono arrivati il riscatto di Guarin e insieme a lui Palacio, Silvestre, Handanovic, Mudingayi, Cassano e Pereira. Non proprio pochissimo. Il mister direbbe 'tanta roba'. Il tecnico conta sui suoi folletti: niente promesse, solo tanto lavoro e di strada da fare ce n'è. Da quel benedetto triplete è stato complicato rimettersi a sognare: non è stato facile capire quale deve essere il sogno da fare dopo che si è vinto tutto, come nessuno mai prima in Italia aveva fatto. Ci saranno giorni (forse) in cui ci sarà poco da ridere, ma è arrivato il momento di scrollarsi di dosso paure e passato. E' 'l'anno zero, è il momento di andare avanti, di ricominciare e se si può fare divertendosi, perché no? 

Twitter@EvaAProvenzano