La crisi dell’Inter assomiglia più ad una debacle, una disfatta incredibile. Nessuno, a gennaio, tornando dalle vacanze natalizie si sarebbe mai aspettato vittorie contro Parma, Milan e Lazio, per poi perdere contro squadre nettamente più inferiori a quelle citate in precedenza. Le sfide di Lecce e Roma, oltre a quelle casalinghe contro Novara e Bologna, hanno ridimensionato non di poco l’obiettivo della squadra allenata da Claudio Ranieri, che, secondo fonti attendibili, dovrebbe comunque restare alla guida dei nerazzurri per tutto il resto della stagione.
parola al tifoso
Troppo facile essere tifosi solo il 22 maggio 2010…
La crisi dell’Inter assomiglia più ad una debacle, una disfatta incredibile. Nessuno, a gennaio, tornando dalle vacanze natalizie si sarebbe mai aspettato vittorie contro Parma, Milan e Lazio, per poi perdere contro squadre nettamente più...
Se una sconfitta contro la Roma può starci tutta, magari non per 4-0, quelle contro Lecce, Novara e Bologna, non sembrano affatto vere. E’ incredibile credere come una squadra che due anni fa ha trionfato in tutte le competizioni possibili (eccetto la Supercoppa Europea, ndr), si ritrovi oggi a dover lottare forse più per l’Europa League che per la Champions. Lì davanti stentano ad accelerare, l’Inter non ne approfitta mai.
La squadra di Claudio Ranieri, vincendo le ‘famose’ sfide contro queste tre squadre in lotta per la salvezza, oggi sarebbe matematicamente ad un passo dalle due squadre di vertice, Milan e Juventus. Invece no.Difesa agghiacciante, l’insicurezze di Ranocchia (contro Palermo e Bologna), le scorribande offensive di Lucio, la poca lucidità, o meglio ancora, il disinteresse di Maicon, hanno portato l’Inter in un fosso da cui ora è difficile uscirne (ma non impossibile). A centrocampo manca qualcosa, questo è evidente, ma non può essere la cessione di Thiago Motta l’alibi: con il brasiliano in campo l’Inter ha sempre vinto, è vero, ma non scherziamo.
Cambiasso non è in forma e lo si è visto nelle ultime uscite, Stankovic non ancora al 100%. L’unico, in questo momento, in grado di dare vivacità al gioco dell’Inter è un ex-sampdoriano, Andrea Poli, arrivato in prestito a giugno dai blucerchiati e che, per via di un serio infortunio, ha dovuto saltare tutto il primo scorcio di stagione. Palombo potrebbe essere un’alternativa interessante, ma finché non lo vedremo in campo per 90’, è difficile valutare.
In attacco l’unico, invece, che riesce a fare reparto da solo e mettere in pericolo le difese avversarie pare essere il solo Diego Milito. L’argentino, che ha cominciato nel migliore dei modi questo 2012, è nettamente più in forma dei vari Forlàn, Pazzini e Castaignos. Escludiamo pure Zarate, che ormai è destinato a tornarsene nella Capitale al termine della stagione.I fischi del ‘Meazza’ sono da incubo, Zanetti e compagni escono a testa bassa, ma se solo riuscissero a mettere in campo quella determinazione che ha fatto diventare la squadra nerazzurra nel 2010 campione di tutto, forse ci potrebbe essere ancora qualche speranza. E’ per questo che la folla nerazzurra osanna José Mourinho, perché manca quella cattiveria, quella lucidità che ha contraddistinto l’Inter dalle ‘big’ europee.
Ma la realtà è un’altra: lo ‘Special One’ è a Madrid, non tornerà a Milano e sarebbe pure ora che il popolo nerazzurro lasciasse via i ricordi (INCANCELLABILI) e che punti a sostenere la squadra sia nei momenti entusiasmanti, sia nei momenti come questi, che non fanno piacere nemmeno a Moratti, Ranieri e tutto l’ambiente.
Sarebbe troppo facile essere tifosi solo il 22 maggio…
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