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parola al tifoso
di ALBERTO CIANCIO
Mourinho va, Mourinho resta, arriva X, arriva Y, Diciamolo: la stragrande maggioranza dei tifosi interisti ha appena aggiunto un nuovo “titulo” da conquistare alla splendida lista che ci sta mandando in fibrillazione e che ci procurerà aritmie in abbodanza da qui al 22 maggio prossimo. Il “titulo” in questione è riuscire a vedere Josè Mourinho sedersi su quella panchina, che facciamo davvero fatica a vedere senza la sua inimitabile persona, anche durante la prossima stagione. “Perrrrò”... non possiamo far finta di nulla, perché Josè da Setubal è sempre stato molto chiaro. Le sue parole passate, le sue ambizioni e la sua storia professionale ci dicono che è possibile che egli non sia l’allenatore della nostra Inter il giorno in cui inizierà il ritiro di luglio. Uno dei nomi che si fanno per rimpiazzarlo, o meglio per tentare di limitare i danni di una così dolorosa partenza, è quello di Fabio Capello, nome al quale moltissimi tifosi compreso il sottoscritto reagiscono psicosomaticamente sfogando eruzioni cutanee simili a quelle provocate dall’orticaria.Allora, il mio pensiero è questo: l’orticaria rimane, ma la cosa avrebbe una sua logica. Mou è riuscito ad ottenere quello che ha ottenuto, non solo e non tanto per essere un eccellente tattico quanto per essere indiscutibilmente il miglior gestore di uomini e spogliatoio che il calcio mondiale possa offrire nel proprio panorama odierno. Secondo la mia modesta opinione, con una rosa come quella dell’Inter e con il livello di competitività che questa squadra ha, questa è la prima capacità che un eventuale successore dovrà avere nel suo bagaglio professionale.Sotto questo punto di vista, pur ritenendo Mourinho comunque superiore a Capello, credo che non ce ne siano altri in giro ad essere ad un tale livello.Quest’anno, come ormai quasi tutti quelli scorsi, l’ambiente calcistico nel suo complesso ha massacrato ogni santo giorno la Beneamata, e non vedo segnali che mi facciano pensare che in futuro le cose saranno diverse. Il compattamento granitico di società, squadra, staff e tifosi ha permesso all’Inter di essere qui a giocarsi tre “tituli”, dei quali due sono già stati messi in bacheca.Immaginatevi per amor di discussione un eventuale successore del portoghese che cominciasse ad avere problemi all’interno dello spogliatoio, diciamo “Balotelli style”, o più semplicemente qualcuno che comincia – anche legittimamente, visto il livello dei giocatori che ogni domenica non scendono in campo - a stufarsi della panchina. Mou riesce a gestirli senza farli fiatare, Capello potrebbe essere in grado di farlo, ma onestamente se immagino qualsiasi altro nome al posto di questi due, il mio pronostico non può essere altro che un bailamme molto difficile da gestire e superare nel momento in cui qualcosa andasse storto e le tensioni comincerebbero a salire pericolosamente.Vi dirò di più (e qui immagino che potrei essere tacciato di eresia, ma noi tifosi nerazzurri siamo alieni e allergici al pensiero unico vigente da altreparti): comincio ad avere perplessità, per gli stessi identici motivi menzionati poc’anzi, anche su un eventuale terzo anno di Mou in panchina che inizierebbe quando tutti saprebbero benissimo che al 99% non ce ne sarebbe unquarto: ci sono moltissimi casi a dimostrare che lo spogliatoio e la squadra risentono pesantemente del sapere che l’allenatore se ne andrà, e stiamo parlando di tempi limitati (di solito è accaduto durante gli ultimi mesi della stagione, e anche l’Inter ne sa qualcosa, se si ricorda la famosa conferenza stampa di Roberto Mancini in cui l’allenatore jesino annunciò che se ne sarebbe andato a fine campionato). Saperlo fin dal prossimo agosto sarebbe un rischiocolossale: il compattamento di cui sopra andrebbe ugualmente a farsi benedire alla prima difficoltà seria, e sappiamo bene che in ogni stagione ci sono momenti duri che non si possono evitare. Non mi fraintendete, Mourinho lo vorrei a vita, come continuo ad avere le mie eruzioni cutanee quando sento pronunciare il nome di Capello. Ma come disse già Mancini, gli allenatori passano, i giocatori passano, l’Inter resta. E non vorrei vedere buttata alle ortiche una tendenza ormai consolidata della nostra squadra, che è quella di essere competitiva sempre. Non mi interessa vincere ogni anno, anche se sarebbe bellissimo: mi interessa che l’Inter sia sempre lì a giocarsela, come in questi giorni. E una stagione che cominciasse già con un punto interrogativo così determinante come quello legato al nome ed alla persona di Josè Mourinho, potrebbe portare a conseguenze imprevedibili e a sprecare moltissimo di quanto fatto di eccezionalmente buono da cinque anni a questa parte.
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