La scelta di Gasperini quale nuovo tecnico dell’Inter non è di quelle che fanno sobbalzare noi tifosi interisti, diciamocelo. Abituati come siamo a nomi di condottieri con risonanza quantomeno europea, quello del tecnico di Grugliasco non ci fa sognare, pratica in cui siamo peraltro maestri.A dire il vero, anche le modalità che hanno accompagnato l’arrivo di Gasperini a Milano non hanno giocato a suo favore, tutt’altro. L’arrivo di Leonardo sembrava aver ridato linfa ed entusiasmo carnascialesco a un ambiente caduto in depressione suicida dopo l’infausto periodo Benitez. La fuga del giovanotto di Niterói ha spiazzato tutti, in primis la società, che ha annaspato non poco per cercare un degno sostituto in fretta e furia. È vieppiù risaputo che la fretta mai fu elemento positivo nell’ambito di una decisione cruciale. Per questo motivo torna in auge la vetusta e consunta frase “lasciamolo lavorare”. Gasperini, piaccia o no, è il nuovo tecnico dell’Inter e come tale la società ha il dovere di difenderlo, sempre e comunque a partire da oggi. Sappiamo poi in modo fin troppo dettagliato che all’Inter i maligni alisei dei media spirano sempre con maggior violenza che altrove (per Milan e Juventus è sempre bonaccia), quindi lo sforzo dev’essere decuplicato per raggiungere tale scopo. Gasperini (ve lo dice uno che non ha condiviso questa scelta), va protetto come l’Apalemure del lago Alotra e messo al riparo dai contrari venti che lo combatteranno. Fatta questa scelta, è obbligatorio depositare nell’archivio della mente le disparate muse tentatrici, Mou o Guardiola che siano, e fare quadrato attorno al nuovo mister. Certo, Palacio non sarà Messi, ma non dobbiamo dimenticarci che abbiamo avuto anche Recoba per 10 anni… Dobbiamo proteggere gli interisti e l’interismo. Ancor più in un periodo delicatissimo come questo, in cui la nostra specie (nerazzurri milanensis cum honestate) potrebbe essere mortalmente colpita nella dignità di tifosi (e non solo) dalla sentenza relativa allo scudetto del 2006. Non è il mero titulo in sé che conta, lo sappiamo, ma piuttosto quello che esso rappresenta. La storia non si inventa, mai. In Italia abbiamo il curioso vezzo di distorcerla e ricrearla ad altrui piacimento. Ma come stanno realmente le cose noi lo sappiamo benissimo, eccome, e sono convinto lo sappiano per filo e per segno anche tutte le parti coinvolte. Ahinoi però si sa, spesso in Italia prevalgono vili sodalizi e sporche alleanze che soffocano la verità in nome di biechi interessi e patti da organizzazioni a delinquere. Per questo dobbiamo essere ancor più preparati e forti per rivendicare ancora una volta e a voce ancora più alta la nostra erubescente unicità, di specie che conduce vita appartata, lontana dalle mandrie di potamoceri e babirusse che pascolano nella sozza vallata del pallone, ambasciatrice di valori importanti, che non ha nulla a che fare con la lordura e il putridume che da tempo regnano nel calcio di oggi. Non c’è sentenza che possa farci cambiare idea.
parola al tifoso
WWF Inter
La scelta di Gasperini quale nuovo tecnico dell’Inter non è di quelle che fanno sobbalzare noi tifosi interisti, diciamocelo. Abituati come siamo a nomi di condottieri con risonanza quantomeno europea, quello del tecnico di Grugliasco non ci fa...
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