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Alla base della partnership tra Inter e Suning che sta lievitando ci sono alcuni punti fermi:
1) la volontà del Suning di apprendere il know-how dell’Inter per trasferirlo all’altra squadra di proprietà, il Jiangsu di Nanchino. Zhang, su input del presidente cinese Xi Jimping, è uno degli imprenditori che si è lanciato nella missione di far crescere il calcio nel suo Paese e perché ciò riesca, una collaborazione “standard” con i settori giovanili (una di quelle che hanno anche vari club spagnoli o inglesi) non basta: serve un legame più profondo, a livello azionario;
2) il Suning ritiene l’Inter una società in crescita, con un piano industriale “certificato” da Goldman Sachs. Un investimento fatto adesso sul 20-30% delle azioni porterà un guadagno futuro perché il loro prezzo crescerà con la diminuzione del debito e con la qualificazione in Champions;
3) il Suning vuole portare il suo nome (e i suoi affari...) in Europa dopo che aver aperto 1.600 punti vendita tra Cina, Giappone e Hong Kong. Il trampolino nerazzurro, in ottica futura, può essere prezioso, anzi strategico esattamente lo sono gli investimenti di China Media Capital and Citic Capital nel Manchester City e di Wanda nell’Atletico Madrid;
4) Thohir ha creato un legame con Zhang e tra i due, entrambi proprietari di canali televisivi, l’intesa può avere contorni più ampi e abbracciare il mondo dei media. Il calcio insomma sarebbe solo il primo passo di una collaborazione ad ampio respiro.
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