primo piano

Abete sullo scudetto ’06: “Andava assegnato. Accetto le critiche ma noi abbiamo deciso”

Giancarlo Abete, torna a parlare del caso calciopoli e scudetto 2006 da La Gazzetta dello Sport. Il presidente della Figc, risponde alle critiche provenienti in primis dal presidente juventino Andrea Agnelli, piovute dopo la decisione del...

Francesco Parrone

Giancarlo Abete, torna a parlare del caso calciopoli e scudetto 2006 da La Gazzetta dello Sport. Il presidente della Figc, risponde alle critiche provenienti in primis dal presidente juventino Andrea Agnelli, piovute dopo la decisione del Consiglio Federale di non revocare il titolo '06 all' Inter per non competenza del Consiglio stesso: "Ritengo legittima ogni critica e capisco delusioni e amarezze. Ma non sono d'accordo quando si dice che la Federazione non ha deciso. E' vero il contrario. Una decisione è stata presa ".

Perché un anno fa, all'atto dell'apertura di Calciopoli bis e dell'esposto della Juventus sullo scudetto 2006 non è stato chiarito subito che tra prescrizione e non competenza del Consiglio Federale non si sarebbe potuto comunque fare nulla e si è lasciato anzi credere il contrario?" Non si poteva aprire un dibattito interno al Consiglio Federale prima che l'inchiesta di Palazzi avesse termine. E il semplice fatto che le conclusioni del Cf non siano state unanimi ne è la conferma ".

Mettiamo da parte norme, non competenze e la sua celebre frase «l'etica non va in prescrizione». Fosse stato per lei e lette le 72 pagine di Palazzi lo scudetto 2006 era da assegnare o no?" Chiarito che lo scudetto non è un atto amministrativo ma il risultato di una classifica, andava assegnato. Ciò non toglie che fattispecie successive possano determinare valutazioni diverse ".

La sua qual è? Perché non ha mai detto, «lette tutte le carte quello scudetto non doveva essere assegnato»?" Non l'ho mai detto perché non ritengo nel mio ruolo si possa avere la logica del doppio binario. Peraltro la centralità del problema, oggi, è relativa alla conoscenza di quelle telefonate e gli interventi di Della Valle e Galliani lo testimoniano. Qualcuno ci deve dire se quelle telefonate erano note o no. Guido Rossi ha certificato la sua posizione che fino a prova contraria è quella di un Commissario Figc che ne ignorava l'esistenza. Beatrice, Narducci, Auricchio suscitano qualche interrogativo in più. Perché è evidente che quello che poteva non essere rilevante per il processo penale lo era per quello sportivo ".

Già, il giallo delle intercettazioni sparite. E di una verità nascosta. La cercherà, questa verità?" Come presidente della Federcalcio oltre un certo livello non la cercherò, perché devo tenere conto del ruolo istituzionale della Federazione. Come appassionato di calcio e privato cittadino è un argomento che mi intriga. Mi colpisce il fatto che l'unico soggetto che chissà come ha acquisito tutte quelle telefonate è stato Moggi. Perché nessuno dei tanti che oggi si mostrano interessati ha mai chiesto quelle intercettazioni? Questa è una bella domanda ".

Le 170mila telefonate che avete acquisito quasi un anno fa, le state sbobinando? Che uso ne farete?" Sbobinamento in corso, ci vorranno ancora diversi mesi di lavoro. C'è stata una sottile campagna di stampa tesa a mettere nel calderone tutti, senza distinzioni e magari pure in ordine alfabetico. Utilizzerò quelle telefonate per vedere se ci sono condizioni di autodenuncia, qualora mi riguardassero, o di denuncia. Perché se una istituzione sbaglia, deve pagare, al di là di una non utilizzabilità per fini disciplinari ".