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"Mastrandrea prenderà in considerazione anche le valutazioni che Chinè ha fatto sul materiale video e audio (comprese le comunicazioni tra l’arbitro La Penna e la sala Var). Materiale in cui non dovrebbe esserci una prova che riveli in modo inconfutabile che cosa abbia detto Acerbi a Juan Jesus, ma in cui potrebbero essere stati raccolti i momenti immediatamente successivi, con le proteste del difensore del Napoli al direttore di gara e le presunte scuse dell’interista".
"È chiaro che una prova che accertasse la matrice razzista delle parole di Acerbi non lascerebbe alcun dubbio al Giudice sportivo, che a quel punto infliggerebbe quelle «almeno dieci» giornate di squalifica previste dall’art. 28 del Codice di Giustizia Sportiva. Ma va ricordato che in casi simili, proprio per il peso morale, sociale e politico del tema al centro della discussione, è spesso bastata la presunzione di colpevolezza per arrivare a una stangata. È vero, la possibilità che il Giudice possa virare sull’art. 39, quello sulla condotta gravemente antisportiva che prevede una sanzione più ridotta (due giornate che potrebbero arrivare a 4-5 con eventuali aggravanti), esiste, ma i precedenti - soprattutto quelli più recenti - fanno pensare a una soluzione più severa. Gli ultimi tra casi dal 2020 in poi, tra Serie B e Lega Pro, non hanno mai portato a meno di dieci giornate di squalifica, anche in assenza di prove che certificassero il gesto razzista. E se così fosse, il futuro di Francesco Acerbi all’Inter si complicherebbe parecchio. Il club non ha alcune intenzione di essere in alcun modo collegato al termine «razzismo». E se stangata davvero sarà, il club ha già pensato tutte le mosse per scaricare il suo giocatore", precisa il quotidiano.
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