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La modifica dell’articolo 5, comma 9, del decreto legislativo XX sembrava dover passare senza intoppi, posticipando l’abolizione del decreto dal 31 dicembre 2023 al 29 febbraio 2024, concedendo alle società un po’ di ossigeno nel mercato di gennaio se fossero risultate “in regola con il pagamento degli obblighi fiscali, contributivi e previdenziali”. E invece, Salvini ha parlato di «provvedimento immorale», dichiarandosi pronto a non votare. Registrata anche la posizione critica di Giorgetti (Economia) e Santanchè (Turismo), l’altro vicepremier, Tajani, (presiedeva il consiglio in assenza della premier Meloni), avrebbe chiesto di accantonare definitivamente il provvedimento che dalla stagione 2019-20 permette alle società di sfruttare una tassazione sul reddito di lavoro ridotta dal 45% al 25% acquistando all’estero. Salvi i contratti in essere, mentre per i nuovi dal 1º gennaio il maxi-sconto non sarà più applicabile”, si legge sul quotidiano.
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