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L'ex terzino nerazzurro Alex Telles, al Porto sta vivendo un momento d'oro. Dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, l'italobrasiliano parla del suo passato in nerazzurro e della possibilità di esordire in nazionale di Ventura: "Sto benissimo. Prima a livello personale: Oporto è una città spettacolare, tranquilla, la mia famiglia è molto integrata, anche per questioni linguistiche, e la cosa mi aiuta anche in campo. E poi ho trovato un gruppo molto buono, c’è grande armonia e un allenatore che da fiducia e col quale si può sempre parlare. È un gran momento nella mia carriera. Gli assist? Sono un laterale: per noi sono come i gol per gli altri, è il nostro pane".
Cos’è andato male all’Inter?"I primi 6 mesi sono stati ottimi, sia per me che per la squadra: io giocavo, e sinceramente quando arrivai non pensavo di poter avere tanta continuità, e l’Inter fino a gennaio era in testa al campionato. Poi è arrivato un momento di difficoltà, cosa che succede a tutte le squadre, Mancini ha voluto fare dei cambi e le cose non sono andate bene né per l’Inter né per me. Però Mancini per ciò che ha fatto per me avrà sempre tutto il mio rispetto".
La Juve è troppo superiore?"Sì, negli ultimi anni è così. Con l’Inter abbiamo fatto alcuni mesi molto buoni però poi siamo calati. Lo stesso in tempi recenti è successo alla Roma o al Napoli. La Juventus mantiene una regolarità impressionante che alla fine schianta gli avversari. Anche perché lavorano a lungo termine: la squadra ha sempre la stessa base e su quella base vengono fatti innesti importanti. Nelle altre squadre manca questa programmazione a 34 anni, c’è l’abitudine a cambiare rapidamente giocatori, allenatori, dirigenti. La Juve no, ha una sua linea di continuità, la segue e sta raccogliendo i frutti della sua pazienza".
E ora vogliono conquistare l’Europa."Eh già. La forza sta nell’ampiezza della rosa. Chi entra dalla panchina è dello stesso livello dei titolari, per questo affrontiamo la Juve con molto rispetto. Però ce la possiamo giocare, non abbiamo dubbi".
Lei può giocare con Brasile o Italia. L’ha chiamata qualcuno?"Ancora no. Il telefono è lì, silenzioso. Io penso solo a far bene col Porto e sono sicuro che il mio momento arriverà. Ho solo 24 anni, qualcosa succederà. Non so chi mi chiamerà ma se continuo così qualcuno lo farà. Non chiudo nessuna porta: tutti sanno che il mio sogno sin da bambino è sempre stato la nazionale brasiliana però se dovesse chiamarmi l’Italia sarebbe un motivo di grande orgoglio".
Una delle due è più vicina?"Non lo so. Io non leggo, non ascolto, non guardo. Mi concentro solo sul mio lavoro. Il Brasile è messo molto bene con Marcelo, Filipe Luis e Alex Sandro, però lo stesso vale per l’Italia con De Sciglio e Darmian. La concorrenza è forte. Però sono certo che avrò un’opportunità e spero di poterla sfruttare".
(Fonte: Filippo Maria Ricci, La Gazzetta dello Sport 19/02/17)
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