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Beppe Severgnini, giornalista e tifoso dell'Inter, ha intervistato per il Corriere della Sera il tecnico dell'Everton Carlo Ancelotti che ha parlato anche di una trattativa di mercato collegata ai nerazzurri:
"Liverpool le piace?
«È una città informale. Non è grande, la gente è amichevole. Mi trovo bene perché non amo le città formali. Londra e Parigi offrono più scelta per le cose da fare, certo. Ma a Liverpool, come a Madrid, non devi metterti elegante per uscire a cena.
"Ogni volta che incontro un allenatore italiano in Inghilterra — Vialli, Zola, Ranieri, oggi lei — ho l’impressione che si senta, come dire, sollevato.
«Beh, hanno ragione! (ride). Se uno è abituato al calcio italiano, trova un altro mondo. Non parlo dell’intensità del gioco, non è quello che fa la differenza. Qui c’è un ambiente diverso. In Inghilterra non si viene offesi, per esempio. L’insulto è fastidioso. In alcuni stadi italiani hai l’impressione che la gente ti odi, magari perché hai cambiato squadra. Un tipo si mette dietro la panchina e ti vomita addosso insulti per 90 minuti. Qui, è impensabile».
"La differenza principale tra Everton e Liverpool?
«Rivalità sportiva al cento per cento. Come a Milano tra Milan e Inter. Nessun odio. Nessuna vera differenza geografica, sociale, politica o religiosa tra le tifoserie».
"Rapporti con Jürgen Klopp, allenatore dei rivali del Liverpool?
«Ottimi, ci conoscevamo già. Lo stesso con Mourinho. Ci mandiamo messaggi».
"Un’opinione sul derby da una gloria rossonera che da ragazzo tifava Inter? Qual è stata la squadra più britannica?
«Grande Milan nel primo tempo, grande reazione Inter nel secondo tempo. Di britannico c’era l’atmosfera fantastica di San Siro».
"Non è che voi dell’Everton ci portate via Vecino, vero? Ricordi che adesso lei allena i blu, non più i rossi.
«Vecino? Tranquilli, resta dov’è».
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