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"Un anno ConTe". Esattamente un anno fa, il 28 maggio 2019, Antonio Conte diventata l'allenatore dell'Inter. "Aveva voglie e stimoli arretrati, dopo una stagione fermo ai box: 365 giorni dopo la sua Inter ha preso forma ma non ha completato il tragitto, anche per lo stop improvviso. Ma i prossimi 12 mesi sono chiari" scrive La Gazzetta dello Sport, che analizza i primi e i prossimi dodici mesi sotto la guida del tecnico leccese.
Un percorso lungo, con Conte che iniziò a torchiare prima collaboratori, staff e dirigenti e poi calciatori per mettere a punto una "macchina perfetta". Prima la situazione legata agli 'epurati', poi l'inseguimento a Lukuku e le prime tensioni con la dirigenza per la tournée estiva senza attaccanti; poi i principi del 3-5-2 e il rapporto con i tifosi, conquistati da subito. "Grazie anche (soprattutto?) al suo lavoro l’Inter era tornata “quasi” competitiva" è l'analisi della Rosea. Ma in Champions le cose non vanno bene e Conte sbotta per l'assenza di alternative in rosa: "L’emergenza infortuni complica la situazione, ma cementa ulteriormente un gruppo in cui, da Esposito a Borja Valero, tutti sono coinvolti. Lautaro con lui è esploso, Conte si gode Lukaku (scommessa stra-vinta) e ottiene dal mercato di gennaio rinforzi, ma non l’agognato Vidal. Arriva Eriksen, in un momento di involuzione del gioco e di impegni troppo ravvicinati. Le sconfitte con Lazio e Juve lo allontanano dalla vetta, rendendo più improbabile la “solita impresa” del titolo al primo anno".
Conte ha già in testa l'Inter del futuro. "Vincere qualcosa" è l'obiettivo e Coppa Italia ed Europa League hanno la priorità sul campionato, con lo Scudetto che rappresenta un traguardo lontano: sul calendario del tecnico leccese sono cerchiate di rosso la sfida di ritorno contro il Napoli e quelle contro il Getafe. Poi, sarà tempo di mercato: "Sa come e dove rinforzare l’Inter, non lascerà nulla di intentato perché la prossima dev’essere la stagione dell’attacco definitivo alla Juventus". Il grande obiettivo di Conte resta la vittoria del campionato: "Il titolo in nerazzurro rappresenterebbe per lui una sorta di chiusura del cerchio, una medaglia al petto da mettersi e da far brillare nel curriculum della proprietà, così abituata a dominare lontano dal mondo sportivo. La crescita è evidentemente esponenziale. E passa anche per una squadra, la prossima, che dovrà essere sì più completa nei reparti - sei i rinforzi da mettere in agenda -, ma anche in grado di saper cambiare faccia dal punto di vista tattico quando possibile. L’anno prossimo sarà un’altra storia. E il tecnico vuole che sia una storia vincente al massimo livello: non più un miracolo da compiere, Antonio chiede un obiettivo da centrare".
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