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Arbitro anonimo: “E’ partita la caccia alla talpa, Rocchi ha fatto una riunione e c’ha detto…”

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Dopo la puntata della scorsa settimana l'arbitro anonimo è intervenuto nuovamente alle Iene per dare altri dettagli
Andrea Della Sala Redattore 

Dopo il clamore mediatico destato dallo scorso servizio - in cui, in esclusiva e per la prima volta nella storia del calcio italiano, un arbitro di serie A ha riportato quelle che per lui sarebbero delle gravi anomalie nel sistema arbitrale in Italia - l’Aia, l’associazione arbitri, ha parlato di accuse inaccettabili e illazioni in forma anonima e Gianluca Rocchi, designatore, ha convocato tutta la sua squadra di arbitri e assistenti per una riunione. Nel video in onda stasera, martedì 30 gennaio, in prima serata, su Italia 1, Filippo Roma torna sul tema con delle novità: l’arbitro anonimo parla di nuovo aggiungendo altri dettagli e un resoconto della riunione organizzata da Rocchi. Nel servizio anche le dichiarazioni degli ex arbitri Luca Marelli, Claudio Gavillucci e Oscar Girardi su cosa non va nel mondo arbitrale italiano e, in esclusiva, il racconto inedito di un ex arbitro di serie A che ha indetto una causa nei confronti della Figc. E ancora, le testimonianze di altri fischietti (di serie C e D) che confermano quanto raccontato dal loro collega di serie A. Infine, un appello della trasmissione ai vertici del calcio Italiano.

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Questo il nuovo dialogo tra l’inviato e l’arbitro anonimo:

Inviato: Cosa è successo dopo che è andato in onda il nostro servizio?

Arbitro anonimo: È partita la caccia all'uomo all'interno della Commissione Arbitri nazionale, c'è uno stato di agitazione tangibile, molti hanno dei sospetti e ognuno formula le proprie ipotesi su chi sia la talpa.


Inviato: Che dicono i tuoi colleghi dell'intervista?

Arbitro anonimo: Ce ne sono tanti che hanno espresso la loro solidarietà nei confronti dell’arbitro anonimo e hanno condiviso i contenuti espressi nel servizio. Rocchi il giorno dopo il servizio ha convocato una riunione con tutti i componenti della Commissione Arbitri nazionale per le ore 19, eravamo all’incirca 160, tutti collegati via zoom.

Inviato: E cosa ha detto il designatore?

Arbitro anonimo: Sembrava provato per il servizio andato in onda, l'ennesimo attacco che viene fatto agli arbitri dall’esterno. Ci ha invitato a non farci coinvolgere emotivamente, e ad andare in campo mettendoci gli attributi e dimostrando il nostro valore. Per il resto lui dice che è solo una messa in scena, una roba mediatica per attaccare la sua persona e gli arbitri. Ma ha detto anche che, nel caso la talpa dovesse davvero esistere, prima della fine della stagione andrà da lui, chiederà scusa e dirà che ha fatto una c***ata.

Inviato: Tu hai intenzione di chiedere scusa a Rocchi?

Arbitro anonimo: No, assolutamente no, perché ci sono state tante situazioni che purtroppo non vengono portate alla luce.

Inviato: Quindi non ti farai avanti con l’associazione arbitri?

Arbitro anonimo: No perché so a cosa andrei incontro: alla radiazione. Aver parlato anche anonimamente è già tanto, per cercare di far emergere i problemi che abbiamo all'interno di questo ambiente. Tutti hanno ben chiaro che se ci avessi messo la faccia avrei già terminato mio percorso in serie A.

Inviato: Dopo la tua intervista diminuiranno gli errori arbitrali in campo e al Var?

Arbitro anonimo: Lo spero vivamente, anche perché la sera precedente al servizio delle Iene c'è stata la finale di Supercoppa italiana Inter-Napoli, e tra vari episodi c'è stata un'espulsione dovuta a una doppia ammonizione del giocatore del Napoli, Simeone. La prima ammonizione che lo riguarda è stata chiaramente un errore, in quanto il fallo del giocatore del Napoli è stato un semplice fallo, che invece l'arbitro ha ritenuto di sanzionare con un cartellino giallo, a mio parere ingiustificato visto il tipo di azione e d'intervento per nulla pericoloso. L'ammonizione era del tutto fuori luogo.

Inviato: Dopo il servizio Rocchi ha dato una risposta ai tuoi dubbi sul perché il Var a volte ha scelto delle immagini, piuttosto che altre?

Arbitro anonimo: No, ad oggi non abbiamo avuto alcun chiarimento in merito ai dubbi sollevati sulle partite Sassuolo-Lazio e Juventus-Roma. A mio parere, sarebbe opportuno che il responsabile della Commissione Arbitri Nazionale desse delle spiegazioni in merito. Anche perché ci servirebbe per motivi didattici e per sapere con certezza come ci si deve comportare in futuro in casi analoghi.

La testimonianza dell’arbitro anonimo sembra trovare riscontro nei pareri di importanti giornalisti sportivi, come Fabio Caressa e Ivan Zazzaroni, che hanno parlato di lotte intestine, di due fazioni interne in conflitto tra loro, di una divisione all’interno dell’AIA dove esiste una sorta di governo con maggioranza e opposizione, di tensioni tra Var e arbitri. Ma soprattutto nelle dichiarazioni di quattro ex arbitri di Serie A. Il primo, Claudio Gavillucci, che ha condotto un’importante battaglia per la trasparenza nel mondo degli arbitri: “Per questo e per il fatto che io abbia presentato il ricorso al Tar, esercitando un mio diritto costituzionalmente garantito, mi è stata ritirata la tessera.”. Anche Luca Marelli, ex arbitro e ora volto noto in tv, racconta la sua esperienza: “Questo documento è la lettera nella quale mi si nega l’accesso agli atti che mi riguardano. Io, ad oggi, non so in che posizione di graduatoria ho concluso la mia ultima stagione.”. Anche l’ex direttore di gara Oscar Girardi sembra pensarla allo stesso modo, queste le sue parole: “Il concetto di fondo è che l’AIA è sempre mancata di trasparenza, questo è fuor di dubbio.” Le Iene domandano se nell’associazione degli arbitri ci sia o meno democrazia. Gavillucci: “La divisione del potere non esiste, il potere esecutivo e il potere giudiziario fanno capo alla stessa persona.”. Marelli: “Ma non solo, il presidente nomina il designatore della can, il designatore della can c, i presidenti regionali sono tutti di nomina, è ovvio che un sistema del genere democraticamente lascia qualche dubbio.”. Gavillucci: “Anche il partito cinese si chiama democratico però di democratico...”. Marelli: “…ha veramente poco.”. Filippo Roma chiede se la carriera degli arbitri si basi solo sul merito. Marelli: “È inaccettabile che ci siano dieci arbitri su ventuno che sanno fin dall’inizio della stagione che non andranno a casa, ma non quest’anno, tra cinque anni. …“Ci sono in questo momento arbitri internazionali che non dovrebbero esserlo e che se arrivano ultimi in graduatoria non vengono dismessi, questa è un’assurdità perché vuol dire che la competizione non può essere uguale per tutti.”.

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E Fabrizio Pasqua, arbitro di serie A dal 2017 fino all’anno scorso, dalle parole è passato ai fatti, intentando una causa di lavoro alla federazione italiana giuoco calcio. Queste le sue parole sentito da Filippo Roma:

Inviato: Mi risulta che tu hai fatto una causa alla Federazione è così, ce lo puoi confermare?

Pasqua: È un atto pubblico quindi sì, non posso negarlo. Ritengo che il nostro contratto lavorativo, che è un Co.co.co., …non abbiamo nessuna, tra virgolette, tutela, ma soltanto obblighi.

Inviato: Tu lamenti il fatto che quello di arbitro è un lavoro dipendente camuffato?

Pasqua: Sì, diciamo che ci sono più obblighi che doveri, tra cui quello dell’allenamento, quello di fare le gare senza poter rifiutare, perché comunque il rifiuto non è una cosa ammessa e quindi è uno dei tanti motivi.

Inviato: Cioè, ci sono elementi che configurano un lavoro subordinato, rispetto degli orari, delle decisioni prese…?

Pasqua: Assolutamente sì.

Inviato: Non è un lavoro da libero professionista Questo intendi?

Pasqua: Se io sono obbligato a fare allenamento, ci sono delle presenze, se sono obbligato a farlo credo che non sia più libero professionista.

Inviato: E altri tipi di obblighi?

Pasqua: Quello dei raduni, a cui non potevi mancare. Quello di viaggiare, di prendere i voli che ci prendevano loro, di mangiare nello stesso posto, di dormire negli stessi luoghi.

La causa intentata da Fabrizio Pasqua potrebbe dare il via a una vera rivoluzione nel mondo del calcio, come spiega l’avvocato giuslavorista, Mario Miceli: “Se gli arbitri fossero configurati con un contratto di lavoro subordinato godrebbero di diversi benefici economici, cioè Tfr, ferie pagate, malattia, anche di contributi versati e quindi di una aspettativa di una pensione importante, di garanzie, soprattutto nel caso in cui il datore di lavoro lo volesse licenziare, anche con una misura economica. Gli arbitri attualmente non godono delle stesse garanzie, la loro dismissione è legata a una valutazione molto discrezionale, probabilmente non troppo trasparente.”.

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Cosa farà la Federazione di fronte a una questione che Luca Marelli definisce “una vera bomba atomica”? Per concludere e per rispondere all’invito dell’Aia: “Chi ha le prove si faccia Avanti”, tanti arbitri stanno scrivendo alle Iene da tutta Italia per confermare quanto dichiarato la settimana scorsa dal loro collega di serie A. Un arbitro di serie C dice: “Io sono arrivato vicinissimo al calcio che conta, la serie A, la serie B, e posso dire che il vostro arbitro anonimo ha assolutamente ragione. Purtroppo, i passaggi da una categoria all'altra delle carriere degli arbitri sono fortemente segnati dalla politica interna all'Associazione Italiana arbitri”. Un direttore di Serie A Calcio a 5 afferma: “Non è possibile che si faccia avanti perché lui da statuto non può rilasciare interviste, non può metterci la faccia, non può fare niente di niente.”. E ancora, un arbitro di Serie D dice: “Sono stato un arbitro di serie D per diversi anni e se dovessi comparire potrei subire delle gravi sanzioni disciplinari da parte della Federazione che possono portare anche all'esclusione.”. Infine, di nuovo l’arbitro di serie A calcio a 5: “Per cui, dal momento in cui fa una denuncia pubblica, verrebbe radiato. E nel caso lui chiedesse informazioni all'Aia stessa, gli verrebbero respinte.”.

Tutti gli arbitri che stanno contattando la trasmissione hanno un problema comune riassunto dal loro famoso collega Luca Marelli: “Non è strano che ci siano arbitri che hanno paura di parlare, conosciamo perfettamente quale è la situazione all’interno dell’Aia, che una parola fuori posto può diventare un problema. È un problema serio.”. E quindi Le Iene rivolgono un appello ai vertici del calcio italiano: presidente Pacifici, designatore Rocchi, presidente Gravina, perché non concedete una salvaguardia a chiunque voglia denunciare pubblicamente cosa non va nel mondo degli arbitri italiani? Siete o no dalla parte di chi vuole davvero che venga fuori tutta la verità? Le Iene e migliaia di arbitri di tutta Italia attendono una risposta.

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