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Arnautovic: “Inter? La CL non l’ho vinta. Il mio arrivo, Mou e le ‘scappatelle’…”

Dario Di Noi

Dalle colonne del quotidiano austriaco ‘Kurier’, uno degli uomini più talentuosi e rappresentativi dell’Austria, l’ex Inter Marko Arnautovic, si è raccontato in più aspetti della sua carriera. L’attaccante (classe ’89),...

Dalle colonne del quotidiano austriaco 'Kurier', uno degli uomini più talentuosi e rappresentativi dell'Austria, l’ex Inter Marko Arnautovic, si è raccontato in più aspetti della sua carriera. L’attaccante (classe ’89), tra le altre cose, ha parlato della sua esperienza in nerazzurro, ai tempi del Triplete e di Josè Mourinho.

Stiamo vedendo adesso il miglior Arnautovic di sempre?

"Non lo so, si può sempre fare di più"

In che cosa?

"Posso segnare più gol, trovare giocate originali per fare più dribbling"

I benefici che dai alla tua squadra e alla tua società si vedono ora…

"Sì. E' stato un percorso difficile per me. Non sono sempre stato al massimo dei miei livelli, ma ora sono sulla strada giusta"

Lo Stoke City è il club giusto?

"Sono arrivato al momento giusto. Ci sono diversi ottimi giocatori che nella loro carriera non hanno trovato solo vita facile. E tutti vogliono ripartire e trovare un nuovo inizio allo Stoke. Qui abbiamo Mark Hughes, un ottimo allenatore con un grande nome. Lui cerca di renderci migliori. Se vado avanti così, il prossimo step arriverà"

Hai vinto la Champions con l’Inter ma senza mai giocare. Adesso nelle qualificazione all’Europeo sei stato un protagonista. E’ una soddisfazione?

"Giustamente mi sento soddisfatto perché ho fatto qualcosa per raggiungere questo obiettivo. All’Inter ero infortunato, e tanti piccoli problemi così non li avevo mai avuti. C’è scritto che sono un vincitore della Champions League, ma in realtà non lo sono"

E’ successo tutto troppo in fretta?

"No. Ma arrivavo dal Twente. E poi Eto'o, Milito, Stankovic, Maicon, Sneijder, Thiago Motta sono improvvisamente apparsi di fronte a me. Ho pensato: bellissimo. E adesso?"

Mourinho disse che eri ancora un bambino. Aveva ragione?

"Si riferiva ad una situazione specifica. Una volta sono arrivato in ritardo per l’allenamento, poi un’altra sono arrivato con quattro ore di anticipo. Allora Mourinho è venuto da me e mi ha dato il suo orologio"

Scappatelle all’Inter?

"A Enschede io di fianco a casa avevo le mucche al pascolo. Poi atterri a Milano e trovi le Fashion Week, i ristoranti, i club, solo belle donne. A quel tempo non avevo la fidanzata. Avevo 19 anni. Ho pensato tra me e me: ‘Bene, ora che sei qui, non sai cosa può succedere, ti devi fare rapidamente un nome’. E ci sono riuscito (ride)"

Mancava qualcuno che ti tenesse con i piedi per terra?

"C’era mio fratello con me, ma io non avevo intenzione di smettere. Anche mio padre mi seguiva, ma non riuscivo a smettere. Dopo un anno e mezzo poi ho capito che avrei dovuto fare qualcosa, da lì mi sono allenato molto bene. Mourinho mi promise un contratto, ma poi andò al Real"