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Piero Ausilio, intervistato dal Corriere della Sera, ha fatto il punto sul mercato dell'Inter: "Abbiamo fatto la squadra dovendo rispettare certi parametri economici. Chiaro: Messi e Suarez non erano alla nostra portata".
Da Moratti a Thohir: cosa è cambiato?
"Tanto, non troppo. Con l’attuale presidente onorario sono stato 18 anni: per me è come un padre, e per lui provo riconoscenza e affetto. No, non si è allontanato da noi, solo che per rispetto ed educazione si è un po’ defilato. A Thohir, che conosco ancora poco, devo solo dire grazie per la fiducia. Come del resto a Moratti".
La nuova Inter è più solida, più fisica e più...?
"Compatta ed equilibrata. Abbiamo scelto, seguendo le indicazioni di Mazzarri, solo giocatori con grandi ambizioni, senso di appartenenza, determinazione, cattiveria agonistica e, naturalmente, qualità".
Vidic sta dimostrando di non essere venuto all’Inter per strappare l’ultimo contratto importante.
"Fin dal nostro primo incontro ho capito che lui non guardava più al suo grande passato, ma solo a presente e futuro. Rimarrà tre anni con noi e lascerà un’impronta".
E Icardi? Quanti milioni di euro servono per portarlo via?
"Ne hanno già offerti più di 25 e abbiamo rifiutato: sia lui che Kovacic sono incedibili perché fondamentali per il nostro progetto"
Icardi e Osvaldo posso giocare insieme?
"Sì. A Roma, Daniel ha fatto anche l’attaccante esterno ed ha caratteristiche diverse da Mauro".
Per il vero Hernanes quanto bisognerà attendere ancora?
"È il primo a sapere che può fare molto di più. È arrivato a stagione in corso, non stava benissimo fisicamente, però ha fornito un contributo importante per il 5° posto che per noi era un obiettivo importante".
E quello per la prossima stagione?
"Non ci poniamo limiti di tempo per tornare ai vertici. Per colmare il gap con Juve e Roma, che era notevole, non bastano i nuovi giocatori: servono un enorme lavoro, mentalità e convinzione".
Perché i giovani, anche quelli più promettenti come, per esempio, Mbaye e Duncan, non riescono a trovare spazio in prima squadra?
"Giocare nell’Inter non è come giocare in una squadra medio-piccola. Altre ambizioni, altre pressioni. Importante per loro è scendere in campo con continuità: noi siamo pronti a far rientrare molti dei ragazzi che abbiamo dato in prestito. Tra i 23 convocati da Di Biagio per l’Under 21, ben 6 sono controllati dall’Inter che può riportarli a casa quando vuole. L’obiettivo per le prossime stagioni è di avere in rosa almeno 5-6 ragazzi del nostro settore giovanile".
La nuova Inter sembra più serena, col sorriso sulle labbra, più responsabilizzata dopo l’addio del gruppo storico degli argentini.
"Se ne sono andati da poco: è presto per dare un giudizio. Sono stati importanti in campo e fuori per mentalità e personalità e, ora, chi è rimasto si sente più responsabilizzato».
Domani di elegge il nuovo presidente della Federazione. Ma Thohir sa chi è Tavecchio?
"Il presidente sa dove indirizzare il proprio voto e ha già dato precise disposizioni a Fassone"
Il prossimo colpo di mercato?
"Anche se poco mediatico non escludo di rimanere così. Sì, pure con Guarin".
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