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Ausilio: “Kovacic non si tocca, Dzeko fuori budget. Con Cambiasso…”

Riccardo Fusato

E’ un Piero Ausilio a tutto campo, quello intervistato dalla Gazzetta dello Sport.Tra i vari argomentio trattati un occhio particolare al mercato e ai giovani che oggi sono in giro a fare esperienza: “Thohir? Ha grande entusiasmo,...

E' un Piero Ausilio a tutto campo, quello intervistato dalla Gazzetta dello Sport.Tra i vari argomentio trattati un occhio particolare al mercato e ai giovani che oggi sono in giro a fare esperienza: "Thohir? Ha grande entusiasmo, conosce bene la responsabilità di aver comprato l’Inter e sa dove vuole portarla: con una managerialità che vada oltre il risultato immediato. Un’Inter da costruire nel tempo, e che possa durare. Cambiasso rimane? Parleremo con tutti a fine campionato, come l’anno scorso con Samuel che rinnovò in 5’. Ma chissà che non rinnovi pure Milito, che potrebbe dare esperienza e qualità anche non come titolare. La conditio sine qua è una sola: uscire da certi parametri di ingaggio, quelli attuali. Come da input di Thohir.Tetto agli ingaggi? E’ cumulativo: oggi il tetto è di 80 milioni, nell’annata 2010-11 era di 180 milioni, l’anno prossimo sarà fra i 70 e gli 80. Kovacic? Mateo è utile per l’Inter del presente come quella futura. Continuità non vuol dire solo giocare sempre 90’: l’Inter dovrà essere una squadra di qualità non solo negli 11 che giocano, ma in 16-18 giocatori intercambiabili fra loro. Dzeko, Torres, Chicarito Hernandez, Mandzukic? Per le nostre esigenze i parametri tecnici sarebbero quelli, ma quelli economici no: gente che guadagna 5-6 milioni all’anno per noi è fuori budget e in condizioni normali non possiamo prenderli e per condizioni normali Intendo prenderli in base al loro valore di mercato. E non mi pare così facile far arrivare giocatori così in prestito. Lamela? Ci piace da quando era al River Plate. Ma già allora era caro e visto che è costato 30 milioni temo continuerà ad esserlo. Poi non dimentichiamoci di Mbaye, Duncan, Bardi che, torneranno alla base, sono cresciuti dopo aver trovato continuità di impiego altrove. Senza contare le esigenze di una lista europea"