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Mario Balotelli, nell'intervista alle Iene, ha parlato anche di Josè Mourinho e del suo rapporto con lo Special One. «A me ha preso molto bene. Però, appunto perchè mi ha preso molto bene litighiamo spesso. Non va sempre bene, però mi vuole bene», dice. Due settimane fa, Balotelli era in tribuna a San Siro per assistere a Milan-Manchester. Da piccolo, preferiva i colori rossoneri. E ora? «Io non tifo niente...però da piccolo tifavo Milan. Adesso non tifo niente, gioco per l'Inter e vinco per l'Inter. Voglio precisare che sono andato a Milan-Manchester per vedere una grande partita, non per vedere il Milan», chiarisce. In campo, quando segna, raramente esulta. «Io ho detto che esulterò alla finale dei Mondiali. Però aggiungo che esulterò anche alla finale di Champions perchè il mio sogno è sempre quello di segnare in una competizione importante all'ultimo minuto. E magari non giocare dall'inizio, di entrare, segnare e vincere». La crescita di un giovane calciatore passa anche attraverso i suggerimenti dei colleghi più esperti. Balotelli ha ricevuto consigli anche da Antonio Cassano, «l'anno scorso o due anni fa. Era il periodo in cui non giocavo. Mi diceva di stare tranquillo, che sto in una grande società, che il mister mi vuole bene e mi diceva che gli sarebbe piaciuto giocare con me, così mi avrebbe messo a posto lui». Come si fa ad arrivare al top? «Impegnandosi, lavorando in allenamento, cercando di migliorare sia le cose facili che quelle non impossibili, ma quasi. Cioè, una cosa che magari ti esce una volta bisogna fare in modo che ti esca più volte. C'è da fare allenamento? Sì, allenamento. E poi giocando. Io non dico giocando da titolare. Ma comunque giocando. È lì che migliori. Perchè una cosa che provi in allenamento se non la provi la domenica non serve a niente...».
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