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BARDI: “Handa troppo continuo, dovevo giocare. Inter è sogno. E Mazzarri…”

Francesco Bardi, portiere dell’Inter in prestito al Livorno, ha parlato alla Gazzetta dello Sport di queste prime settimane in amaranto, proiettandosi inevitabilmente anche sull’Inter: Mazzarri sarebbe in realtà di San Vincenzo, non...

Daniele Mari

Francesco Bardi, portiere dell'Inter in prestito al Livorno, ha parlato alla Gazzetta dello Sport di queste prime settimane in amaranto, proiettandosi inevitabilmente anche sull'Inter:

Mazzarri sarebbe in realtà di San Vincenzo, non è che lo include per accattivarselo?

"Credo che l’Inter, proprietaria del mio cartellino, abbia grande fiducia in me a prescindere. Poi i risultati ottenuti in carriera dall’allenatore parlano da sé, è un tecnico completo con cui spero, in futuro, di condividere un percorso di successi. L’Inter è e sarà un sogno, ora però penso solo al Livorno".

A proposito, è dei livornesi la capacità di avere la risposta pronta? Lei tempo fa è stato chiaro: 'Il secondo ad Handanovic non lo faccio'.

"È semplicemente un portiere che ha grandissima continuità, che lascia pochissimi spazi. Livorno mi dava la possibilità di giocare, oltre a offrirmi l’onore di tornare a difendere la porta della squadra della mia città".

Ok, ma ha chiaro che da Livorno dovrà presto ristaccarsi?

"Un anno a Novara per ora mi è bastato... Ma almeno ho imparato a cucinare, l’essenziale eh, a pulire un po’, diciamo il minimo per una sopravvivenza dignitosa. Facevo qualcosa anche per riempire le giornate, sono un livornese atipico in questo, sono riservato e mi piace stare da solo. I compagni mi chiamavano 'Steccio', un diminutivo affettuoso per un toscanaccio come me. Qui invece, a Livorno, ho la mia famiglia, vivo in casa con loro. Cioè, avrei anche una sistemazione tutta per me, ma coccolato dai genitori è tutta un’altra cosa. Sono figlio unico, alla famiglia devo tutto, e mi piacerebbe averla sempre con me, anche se non sarà possibile. Coi miei sto benissimo, se vuol dire essere bamboccioni, allora sì, di certo lo sono". 

Per altri versi è andato via di corsa: esordio in A, col Livorno, a 18 anni, miglior portiere al Viareggio nel 2011 con la Primavera interista, miglior numero uno di B a Novara, vicecampione d’Europa con l’Under. Se a 21 anni dovesse fare un primo bilancio della carriera?

"Direi che ho capito presto che il lavoro paga. E che ogni traguardo è un punto di partenza e mai un arrivo".

Vale anche per l’Under dove è uno dei quattro superstiti del gruppo dell’Europeo?

"Chiaro, c’è la stessa grande voglia di prima. Abbiamo dimostrato di poter competere coi migliori del continente. Ma è come non aver fatto nulla. Da qui si riparte, dobbiamo continuare a impegnarci al massimo. Magari altrove hanno più coraggio coi ragazzi, quello sì. Della Spagna campione mi ha impressionato proprio la consapevolezza, avevamo avversari che giocavano con naturalezza e tranquillità. Parlo di portieri ora, diciamo almeno che qui c’è una buona base: Colombi, Leali, Pigliacelli, Perin, c’è l’imbarazzo della scelta...".

Preparatore dei portieri, in Under, è un ex nerazzurro, Toldo. Ha già chiesto qualche suggerimento?

"Mai parlato di Inter. Ora c’è solo Livorno".