Nicolò Barella, centrocampista dell'Inter e della Nazionale italiana, ha concesso un'intervista ai microfoni dei canali ufficiali della Figc. Il classe '97 ha ripercorso così tutta la sua trafila con la maglia azzurra, dalle giovanili alla squadra A: "Arrivare fino alla Nazionale A è una grandissima emozione, ci sono stati tanti compagni con cui ora condivido l'esperienza all'Europeo. Sono veramente felice, è un orgoglio: è il sogno di ogni bambino vestire la maglia della Nazionale, dall'Under 15 fino alla maggiore. Rivedersi nelle foto delle giovanili così giovane è bello ed emozionante.
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Barella: “Gol col Belgio? Bellissimo perché sono liberato da alcune critiche”
Le parole del centrocampista dell'Inter e della Nazionale, che ha ripercorso tutte le sue esperienze in azzurro
Io mi ricordo tutti i compagni, eravamo un gruppo divertente e ci divertivamo tanto nei ritiri. Avevamo deciso di farci studiare per tenerci allenati, sono bei ricordi perché in un momento di studio riuscivamo a ridere. Il mondiale Under-20 è stato un bellissimo ricordo per quello che hanno fatto i miei compagni, non per me perché porto ancora la cicatrice dell'infortunio: è stata una delle emozioni più belle della mia vita perché dopo il gol Panico aveva esultato con la maglia col mio nome rimasta lì fino alla finale 3-4 posto. E' un ricordo un po' amaro ma bellissimo.
Il mio esordio? A Genova contro l'Ucraina, ho bene in mente quel giorno: è stato emozionante, all'inizio difficile. E' l'unica partita che ho sofferto un po' nel pre, è stato un sogno che si realizzava: avevo il 23 che poi è il numero che ho anche all'Inter, caso della vita. E' un ricordo che porterò sempre con me. Italia-Spagna Under-21? Vincemmo 3-1, un super ricordo perché tutti parlavano della Spagna come super favorita, poi l'ha dimostrato: ma noi siamo riusciti a vincere. E' stato bello perché c'erano tantissimi giocatori con cui ho fatto i passaggi dall'Under-15: giocare qualcosa di importante con loro è stata un'emozione. Mi ricorderò sempre i festeggiamenti negli spogliatoi: uno dei dispiaceri più grandi è quello di non essere riusciti a vincere quell'Europeo per errori nostri.
Il primo gol? A Udine contro la Finlandia, qualcuno mi ha preso in giro dicendo che non fosse mio per deviazione: mi fa ridere vedere l'esultanza, è stato un urlo di gioia, mi sono liberato da tante cose. Ogni volta che la vedo mi fa piacere, io non faccio tanti gol: i pochi che faccio li ricordo e li porto dentro.
Il gol col Belgio? Un bel gol, non penso di mai aver tirato così forte in vita mia. E' stato, anche se recente, bellissimo perché è arrivato dopo alcune critiche: è stato bello liberarmi da tante cose che avevo dentro. Volevo dare una mano alla squadra in qualunque modo e fino a quel momento non c'ero riuscito con tutto me stesso. Sono stato molto felice ed emozionato anche per le parole di qualche compagno, mi hanno aiutato: sono contento di aver vissuto con ragazzi speciali un gol così importante".
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