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Barella, un po’ Pirlo e un po’ Gattuso: così è diventato l’italiano più pagato in Serie A

Barella, un po’ Pirlo e un po’ Gattuso: così è diventato l’italiano più pagato in Serie A - immagine 1
Approfondimento dedicato a Nicolò Barella oggi sulle pagine del Corriere della Sera: così è diventato l'italiano più pagato in Serie A
Alessandro Cosattini Redattore 
Barella, un po’ Pirlo e un po’ Gattuso: così è diventato l’italiano più pagato in Serie A- immagine 2

Approfondimento dedicato a Nicolò Barella oggi sulle pagine del Corriere della Sera. Il gol del centrocampista dell'Inter è valso la vittoria nel match d'esordio a Euro 2024 contro l'Albania. Così - spiega il quotidiano - l'ex giocatore del Cagliari è diventato leader dell'Italia e dei nerazzurri, ma non soltanto.

"Non chiamatelo Indispensabile, altrimenti il c.t. Spalletti vi bacchetta («Sono parole sbagliate» ha detto sabato sera alla Rai) perché l’Italia è un corpo unico di 26 giocatori. Ma se uno ci mette testa e cuore come Nicolò Barella allora tutto l’organismo riesce ad andare oltre i propri limiti. Lo stato di esaltazione psico fisica nello sport ha un nome preciso — flow — e Nicolò Barella in questo momento è il suo testimonial ideale, perché a 27 anni sta giocando da diversi mesi il calcio migliore della sua carriera: un puro concentrato di tecnica, corsa, velocità e «voglia di sputare sangue per la maglia», che apre panorami nuovi sulla sua carriera. E, prima ancora, sull’Europeo di questa Italia che ha rimontato l’Albania grazie alla B2 Bastoni-Barella, con il gol decisivo di Nico, un destro di controbalzo a 94 km/h che ha preso un effetto magnifico e implacabile per Strakosha. E per una volta non ha sbattuto sul palo o sulla traversa, come è capitato spesso nel corso di questa stagione con l’Inter.


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Un po' Gattuso e un po' Pirlo

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Questo Barella multiuso, pilota e motore allo stesso tempo capace di fare 105 passaggi giusti su 108, un po’ Gattuso e un po’ Pirlo, è uno dei punti di forza della squadra di Spalletti e con il gol di sabato è diventato il miglior marcatore degli azzurri presenti qui in Germania con dieci gol e ha superato anche Francesco Totti. Se la partita con l’Albania, che al numero 66 del ranking Fifa, è difficile da catalogare, cosa c’è di meglio della sfida alla Spagna di Rodri, il migliore nel cuore del gioco, e del giovane fenomeno Pedri? «Barella è uno dei più forti al mondo, perché ha la grande umiltà del gregario ma anche il talento del campione — spiega il presidente dell’Inter Beppe Marotta, presente ieri a Casa Azzurri — . Come giocatore è moderno e completo. Se può fare il ruolo di Calhanoglu? Sì, ha tutte le qualità: visione, appoggio e lancio, dal punto di vista agonistico molto valido, è forte tecnicamente ed è eclettico».

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Il più pagato in Serie A

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Nicolò è moderno, ma antico allo stesso tempo: ha appena rinnovato per altri cinque anni il contratto con l’Inter, a 6,5 milioni a stagione, diventando il calciatore italiano più pagato della serie A. Un matrimonio lungo, il primo dell’era Oaktree, che il giocatore ha voluto celebrare prima dell’Europeo, per avere la testa sgombra. Ma in realtà quella di Barella, è piena di felicità: il 6 giugno è nato Romeo, che fa compagnia alle tre sorelline Rebecca, Lavinia e Matilde. A dicembre, Nicolò e la moglie Federica Schievenin, avevano annunciato l’arrivo del primo figlio maschio, ma avevano spiegato anche di aver perso il suo gemello: «Un dolore atroce» come hanno scritto. «Ringrazio tutti i compagni, l’allenatore e lo staff perché mi sono stati vicino in un momento non facile per me» aveva detto il giocatore dopo il bellissimo slalom in area del Napoli e il gol che aveva contribuito il 3 dicembre alla pesante vittoria al Maradona. È stata quella la svolta della stagione di Barella, dopo diverse partite giocate male, in maniera nervosa, ma senza mai tirarsi indietro di un centimetro.

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Leader assoluto

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Perché Nicolò l’Indispensabile non fa calcoli: il calcio come la vita è imprevedibile e concede nuove occasioni, magari da festeggiare con una delle preziose bottiglie della sua cantina di vini. «Riposarsi per recuperare dal problema muscolare gli ha fatto bene» ha spiegato Spalletti. Ma Nico sul campetto secondario del centro sportivo di Iserlohn ha fatto una corsa contro al tempo per esserci . Ed è rimasto colpito da come la squadra lo ha riabbracciato: «I ragazzi mi hanno fatto sentire importante». Come un leader assoluto, una guida tecnica, ma prima ancora morale, capace di indicare la via: umiltà e talento, martello e pennello. Per scolpire e rifinire questo nuovo sogno azzurro", si legge.

(Fonte: Corriere della Sera)

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