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L'Inter la partita l'ha vinta ovunque. In difesa, in attacco, sulle fasce e anche in mezzo al campo. Simbolo della squadra di Inzaghi è Nicolò Barella, centrocampista totale. Si prende la scena con corsa, forza e qualità. E stravince il duello con Tonali e con chiunque gli si pari davanti.
"Tonali e Barella l’uno contro l’altro, con una differenza tattica rilevante. Il milanista ha agito in un centrocampo a due, insieme a Krunic ha cercato di sostenere gli attacchi massicci e disperati del Milan, il trequartista Diaz non collaborava granché alle corse e rincorse. L’interista, incastonato in una mediana a tre, lavorava nel mezzo e allungava lo sguardo e il tackle su Leao, quando il portoghese si accentrava. Uno scenario dispari, a sfavore di Tonali, non per caso costretto a un fallo da dietro, nel primo tempo, per spegnere una fuga di Barella. Nessuno può imputare nulla a Tonali per impegno, tenacia e volontà. Ha fatto quello che ha potuto, zavorrato dall’ansia della rimonta. Un dato certifica la sua sofferenza: 16 palloni perduti. Per contro, è stato il milanista che ha subito più falli (5), e se gli avversari bersagliano, vuol dire che si è temuti", spiega La Gazzetta dello Sport.
"Agli antipodi di Tonali per stato d’animo, Barella ha corso con leggerezza, si inseriva e rientrava con tempi esatti. Non ha mai ceduto al nervosismo, è stato perfetto nei bilanciamenti, sosteneva il possesso ed era in prima linea per la riconquista del pallone. Se proprio si cerca un neo, bisogna guardare alla voce conclusioni, ma tirare ieri sera non era una priorità. Barella si è regalato una partita saggia, da centrocampista maturo. Fatta base 100, il duello azzurro ha espresso un vincitore chiaro: Barella 70, Tonali 30", sottolinea il quotidiano.
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