All'indomani dalla vittoria contro il Borussia, il difensore dell'Inter Alessandro Bastoni si è collegato su Instagram con l'Associazione Giacomo Sintini. Si tratta della fondazione dell'ex pallavolista che è stato malato di cancro ed è guarito. Ora raccoglie fondi per la ricerca. Il giocatore nerazzurro ha fatto il suo appello a favore delle tematiche trattate dall'Associazione. Ma ha parlato anche di Inter.
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Inter, Bastoni: “Avrei voluto giocare nel 2010 a Madrid. La partita più bella per me…”
Il giocatore si è collegato con la pagina Instagram dell'Associazione Sintini e ha parlato anche della sua avventura nerazzurra
Al momento un po' altalenante sia a livello di risultati che di prestazioni. È una stagione molto difficile, non eravamo abituati a giocare così tanto. Ma il covid ha condizionato tutto. Rispetto a quello che sta accadendo siamo molto fortunati perché la gente vive in condizioni difficili e non mi sento di lamentarmi.
-Ti trovi bene comunque a Milano?
Quando sono arrivato a Milano ho trovato un ambiente fantastico, dai tifosi allo staff mi hanno accolto tutti veramente alla grande, sto davvero bene.
- La partita più bella della tua vita?
L’esordio a San Siro è una cosa incredibile. Forse me ne renderò fra qualche anno perché comunque giocare davanti a 70-80mila persone che urlano il tuo nome è veramente bello. Ma in questo momento fatico a rendermene conto perché è un'emozione forte che solo provandola riesci a capirla. Il match più importante è stata la finale di Europa League, anche se l’abbiamo persa poi. Penso sia stata importante perché arrivare a giocare una finale europea non è mai scontato. Ho 21 anni posso crescere ancora e queste partite mi danno tanta concretezza, mi fanno crescere e quindi sono fiducioso per il futuro.
-Le partite internazionali fanno crescere tanto, cerca di assorbire tanto dall'ambiente...
L’ho provato anche in Nazionale qualche settimana fa ed è proprio un altro livello, vedi che tutte le squadre hanno dei gran valori. Anche le Nazioni meno conosciute hanno comunque qualche giocatore forte che sai che ti può mettere in difficoltà e questo aiuta molto anche a livello di concentrazione nei novanta minuti.
-Se avessi una macchina del tempo a quale match storico vorresti partecipare?
Ne dico uno con l’Inter e uno con la Nazionale. Con gli azzurri direi il ricordo più bello in assoluto il 2006, vorrei essere Materazzi durante il Mondiale vinto. Credo sia l’emozione più bello in assoluto vincere qualcosa a livello mondiale con la tua Nazionale. Perché giocare con la maglia della tua Nazione ti responsabilizza molto e ti dà consapevolezza, hai la possibilità di rappresentare una nazione intera, l’Italia, che ha una storia incredibile. Quindi direi Italia-Francia. L’altra è la finale di Champions dell’Inter contro il Bayern Monaco, perché dopo il Mondiale c’è la Champions, la competizione più importante in assoluto. Dico queste due.
-Vero che anche ai grandi campioni serve una squadra? Cosa significa per te fare squadra?
Condividere uno spogliatoio e fare amicizie al di fuori del campo. Il singolo viene valorizzato dalla squadra, questo ci hanno insegnato. Da soli in nessun campo di calcio come nella vita si può fare poco. Non ho molta esperienza per dirlo ma mi sento di dire questo. Fare squadra vuol dire darsi una mano con un compagno se si ha un momento di difficoltà. Ci sono i giorni no, ognuno di noi ha il proprio carattere e ognuno va rispettato. La squadra è come una seconda famiglia e come in tutte le buone famiglie vanno trovati compromessi e rispettare i caratteri di tutti. Credo che per raggiungere degli obiettivi bisogna essere una grande famiglia prima che una grande squadra.
-Il regalo più bello che tu abbia mai ricevuto?
Il 24 mia nonna compie gli anni e noi alla vigilia ci troviamo a casa sua per festeggiare. Per me è questo il grande regalo visto che sono via tutto l'anno. Come regali materiali per me la Play.
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