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Un avversario che l’ha messa realmente in difficoltà?
—«Salah. Ma Higuain ancora di più, per qualità e intelligenza».
Oltre la famiglia, indichi una persona che ringrazia per essere diventato Bastoni.
—«Direi Mino Favini: quello che sono per tecnica, personalità e sicurezza del pallone, lo devo a lui. E poi se posso dirti un altro nome è Gianluca Polistina, tecnico attualmente al Monza».
Capitolo Nazionale: che cosa ha portato Spalletti in più?
—«Una mentalità forte data dalla stagione fatta con il Napoli. Idee diverse in campo rispetto a Mancini. E nuovo entusiasmo: ha fatto capire l’attaccamento per la maglia azzurra, che sembrava quasi essersi smarrito».
Potete vincere gli Europei?
—«Sì, ci crediamo. Non eravamo favoriti neppure nel 2021».
Ma lei ce l’ha un sogno?
—«La Champions, mi è rimasta qui. E il Mondiale per club, che sarà una competizione affascinante da giocare».
Si vede un giorno a tifare Inter in Curva Nord?
—«Vorrei farlo, mi piacerebbe quando smetterò. Nel frattempo sto trasmettendo la passione Inter a mia figlia. Ancora non fa i cori, ma vedrete...».
C’è qualcosa che ha promesso di fare in caso di scudetto?
—«Non ho promesso niente a nessuno…».
Ok, bugia.
—-«Eh, un po’ sì. Lasciamo l’effetto sorpresa, dai...».
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