"Avevo un gruppo di compagni fantastici, tanti erano cresciuti nel settore giovanile, come Oriali, Baresi, poi magari dimentico qualcuno. Loro mi trasmettevano questa voglia di essere protagonisti nel derby, io l’ho provata quando ho affrontato per la prima vuota un derby: lì ho capito veramente l’importanza di essere protagonista in una gara così importante. Il pre gara iniziava una settimana prima, già sei giorni prima iniziavi a pensare di darti da fare per capire cosa poteva succedere la domenica. Le sensazioni forti iniziavano una settimana prima. Prima del derby sentivi una voce che usciva dal coro, era Marini: 'Ragazzi non vorrei essere nei panni del Milan domani'. Ognuno di noi ha le proprie caratteristiche, la mia incoscienza mi portava ad essere più libero mentalmente, infatti se sentivo troppo l’impegno per le pressioni magari poi non mi usciva una prestazione positiva, dovevo pensarci ma isolarmi e cercare di stare tranquillo, perché il derby è una partita diversa dalle altre", le sue parole.
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