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Il mercato creativo di cui parlava Marotta comunque rimane quello?
—“Di fatto è già stato anticipato con i due colpi di Zielinski e Taremi, che vanno in questa direzione. Se ci saranno degli ingressi, ci saranno anche uscite. L’Inter voleva già prima confermare in blocco la squadra che ha stravinto il campionato e che ha fatto la semifinale di Champions lo scorso anno”.
Ti aspetti novità nel breve termine per quanto riguarda nuovi acquirenti?
—“Nell’ottica dei fondi l’operazione è questa. I tempi sono difficili da prevedere: ci possono anche già esserci delle manifestazioni d’interesse, ma poi per concretizzarsi ce ne vuole. Anche rispetto a quelli che possono essere i piani di Oaktree di valorizzare il club e di venderlo magari a cifre anche superiori agli 1,2 miliardi che chiedeva Zhang. Dipende dall’incrocio di domanda ed offerta. In questo momento quello che cambia per l’Inter è che ha una proprietà che non ha bisogno di vendere. Lo ha nel DNA, perché ha degli asset che valorizza, ma non ne ha la necessità”.
Per il ruolo di Presidente: si andrà verso una figura tecnica come Marotta, punto di riferimento per l’ambiente, o magari su una bandiera come Zanetti, che rappresenta l’interismo ed è già vicepresidente?
“Il ruolo del Presidente è molto relativo: formale, carismatico, ma non fondamentale per la governance del club. Ad Oaktree interessa il management, che ha come punto di riferimento oggi Marotta. Dopodiché non mi meraviglierei se dovesse essere scelta una figura come Zanetti, una bandiera ed una figura di garanzia. Piuttosto sarei stupito del contrario, ovvero con eventuali cambi nel management. Leggendo il comunicato però mi sembra che si vada nella direzione della continuità”.
(SportItalia)
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