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Il protagonista della puntata odierna di Drive Inter, rubrica di Inter Channel, è Marco Benassi.
Questa volta a guidare non è il giocatore. Benassi, infatti, non ha ancora la patente: "A me è sempre piaciuto prendere subito la patente, ancora non ce l'ho però. Presto avrò l'esame. Mi sto applicando, studiare è una parola grossa".
PASSIONE - L'ho sempre avuta, ma mia madre diceva che era un brutto ambiente quello del calcio, che mi facevo male. Mia mamma voleva che studiassi, niente sport. Ho fatto un po' nuoto, ginnastica, poi l'ho convinta. Ho iniziato in una società vicino casa. A 10 anni mi ha preso il Modena, ho fatto il settore giovanile e poi sono arrivato all'Inter. Mio padre mi appoggiava, poi si faceva bloccare da mamma. Mio nonno mi ha aiutato molto.
CAMBIAMENTI - Ero in Primavera, ma il salto tra Primavera e prima squadra comporta de cambiamenti. Credevo di tornare ad allenarmi con i ragazzi della Primavera, ma poi sono rimasto con la prima squadra. Ringrazio il mister che ha dimostrato di avere fiducia in me. Il ritmo è diverso, ci sono giocatori con più esperienza, ma anche a livello fisico. Bisogna essere pronti anche fisicamente. Contro la Roma me ne sono accorto. Dopo la prima partita sono tornato a casa con mal di testa, perché bisogna essere concentrati.
ESORDIO - Ricordo quello in Europa League, ma preferisco ricordar quello in campionato perché l'importanza è diversa. Dovevamo fare bene perché non venivamo da risultati positivi. C'era il pubblico di San Siro. In Europa abbiamo perso, quindi preferisco ricordare quello contro il Pescara. Ho saputo il sabato sera, prima di pranzo, che avrei giocato. Mi è venuta un po' di tensione. Ho chiamato mia mamma e mio padre. Sono state loro le prime persone a saperlo.
MILANO - Dovevo ambientarmi. La mia preoccupazione era integrarmi con i compagni. Dopo una settimana mi ero però già integrato. I primi tempi manca la famiglia, la ragazza. Prima tornavo spesso, adesso invece è passato molto tempo, siamo sempre impegnati. Salgono spesso i miei.
ANNO NUOVO - Il ricordo più bello è l'esordio in EL perché per la prima volta sono arrivata nel calcio dei grandi. Spero di restare in prima squadra. Bisogna guadagnarsi un posto per restare qui.
COMPAGNI - Cambiasso ha una grande intelligenza tattica, sa sempre dove stare, capisce prima dove va la palla. Zanetti ha una predisposizione atletica impressionante. A volte lo guardo e mi chiedo come fa ad essere così. Gargano è sempre gentilissimo, mi corregge. MIlito anche se è in un altro ruolo mi aiuta, mi dà consigli.
STRAMACCIONI - Ha creduto in me da subito, portandomi in Primavera. Mi ha fatto giocare quando c'era bisogno. Ha fatto tanto per me e sta facendo ancora molto. Si confronta con i giocatori, non ha mai deciso da solo. Prima della partita passa lui a dare le maglie ai giocatori che devono scendere in campo. Contro il Pescara venne lì, mi guardò e mi diede la maglia.
FUTURO - Spero di essere dove ho meritato di arrivare. Mi ci vedo anche qui all'Inter. Mi sono trovato bene, si sono comportati sempre bene. Non mi dispiacerebbe stare qui, come ha fatto il capitano, anche se non voglio paragonarmi a lui.
PASA - Vivo con lui. Non siamo ordinati. Mi sono trovato bene dall'inizio, c troviamo davvero bene. Cuciniamo entrambi.
CUCINA - Mangio il primo. I tortellini non sono il massimo comprati, sono più buoni quelli della nonna. A volte io e altri compagni andiamo a mangiare fuori.
AMICI - Siamo appassionati del biliardo. A volte andiamo al cinema.
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