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Benitez: “Non sarà  come nel 2005: Voglio il Mondiale!”

Alessandro De Felice

E’ un Benitez determianto e con le idee chiare quello che ha risposto alle domande del sito Fifa.com in vista dell’imminente viaggio suo e della sua squadra negli Emirati per disputare il Mondiale per Club. Ecco la sua intervista...

E' un Benitez determianto e con le idee chiare quello che ha risposto alle domande del sito Fifa.com in vista dell'imminente viaggio suo e della sua squadra negli Emirati per disputare il Mondiale per Club. Ecco la sua intervista tradotta da FCINTER1908.IT

Com'è vivere così lontano dall'Inghilterra avendo provato così tante emozioni e successi in quel paese?Mi sto trovando molto bene in Italia, un paese che mi è stato sempre molto familiare avendoci passato le estati in Sardegna, ma ammetto che mi sto iniziando ad ambientare anche Milano. Ma ammetto che Liverpool è ancora nel mio cuore e nonostante la distanza cerco sempre di seguire le notizie che riguardano la squadra. Ho un rapporto fantastico con i fans dei “Reds” e mi ha fatto molto piacere quando alcuni di loro sono venuti a trovarmi in occasione di Inter – Tottenham, il giorno prima di Napoli – Liverpool. Inoltre c'è un profondo legame tra le mia ex squadra e l'attuale, dovuto in gran parte al mitico match di Instanbul, quando noi battemmo gli acerrimi rivali interisti.A breve ci sarà il Mondiale per Club, è la volta buona per riscrivere la brutta sconfitta patita con il Liverpool nel 2005?Quell'anno perdemmo la finale per 1-0 contro il San Paolo. Mi arrabbiai molto nel finale della partita quando ci annullarono addirittura tre gol.Ha imparato qualcosa da quella esperienza utile per il Mondiale che vi attende a Dicembre?Già solo il clima sarà differente perchè stavolta dovremo giocare negli Emirati e dovremo stare attenti anche solo alla temperatura – sperando non sia troppo alta- mentre in Giappone nel 2005 era Inverno. Dobbiamo tenere conto di quanto tempo sarà necessario per adattarci alle condizione di quella parte del mondo, tenendo conto che avremo poco tempo per farlo. Nel 2005 feci girare molti giocatori nelle diverse partite e credo che quest'anno farò la stessa cosa perchè avrò finalmente a disposizione un buon numero di giocatori, tutti allo stesso modo dei campioni.Ha un'idea di quale potrebbe essere l'avversario più insidioso?Per ora ci siamo concentrati sull'Internacional. Ho personalmente visto giocare la loro squadra e mi sono sembrati molto veloci e forti fisicamente. Prima dell'inizio della competizione daremo un'occhiata anche ai nostri avversari più diretti perchè, nonostante noi siamo consapevoli della nostra forza, non vogliamo sottovalutare nessuna squadra.Come ha trovato i suoi primi mesi in Italia e che differenze riscontra tra il calcio inglese, quello spagnolo e quello italiano?In Spagna le partite sono più tecniche, in Inghilterra più fisiche, mentre in Italia sono più tattiche. Ogni paese nasconde una sfida e a me piace mettermi alla prova. Quest'anno i giocatori tornati dal Mondiale hanno avuto poco tempo per prepararsi, fisicamente e mentalmente, avendo due finali da disputare in breve tempo. Non è stato facile, ma noi siamo forti e vogliamo a tutti i costi arrivare ad Abu Dhabi per vincere. Personalmente il mio ruolo qui in Italia, come anche in Spagna, è cambiato molto, perchè soprattutto nelle questioni di mercato il tecnico non ha la parola decisiva sui trasferimenti, mentre in Inghilterra l'allenatore ha più libertà, è più autonomo nonostante debba comunque rispondere alla societàE sulle nazionali, qual'è stato il segreto della Spagna per vincere il Mondiale? Come si vede lei alla guida di una selezione nazionale?La Spagna ha potuto contare su una squadra giovane e di talento, trovando un gioco che mettesse in risalto le loro capacità tecniche senza però tralasciare intensità ed aggressività difensiva. Sono ancora giovane e per ora preferisco allenare lavorando giorno per giorno; voglio vincere ancora molto con il mio club, in Italia, in Europa e nel mondo. Nel futuro chissà, magari diventerà anche io Ct di una nazionale.

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