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Bergomi: “Derby, conta un concetto: «rifiuto della sconfitta». Non rinuncerei a Brozovic”

Beppe Bergomi, ex capitano nerazzurro, ha provato ad anticipare il derby di domenica dalle colonne della Gazzetta dello Sport

Dario Di Noi

Per provare a raccontare quello che sarà il derby di domenica, la 'Gazzetta dello Sport' in edicola oggi ha chiesto aiuto a Beppe Bergomi. Lo "Zio", capitano di mille battaglie, ha proposto questa visione.

"Sarà uno dei derby più incerti della storia. E non è per non scegliere un favorito, è solo per ricordare certi punti obiettivi. L’Inter ha cambiato allenatore e molti giocatori arrivano dalle gare con le rispettive nazionali. Ecco perché credo che più sull’aspetto tattico, Stefano Pioli lavorerà sulla parte mentale nella preparazione alla gara.

L’esperienza mi ha insegnato che molte volte il derby lo ha vinto chi aveva più fame dell’avversario nonostante valori tecnici inferiori. Credo sia importante far attecchire nella testa dei giocatori il concetto del «rifiuto della sconfitta». Il k.o. non esiste e per questo si riesce a scatenare una reazione che porta a una prestazione di livello.

Detto questo, Pioli non deve finire sul terreno di gioco del Milan di Vincenzo Montella. I rossoneri spesso hanno atteso l’avversario per poi ripartire. In rosa ci sono uomini come Niang, Bonaventura e Kucka che hanno gamba e qualità per ribaltare l’azione in maniera immediata. Ecco, per limitare questa peculiarità, bisognerà usare la testa e la concentrazione, mantenere gli equilibri e le distanze. L’Inter non penso che aspetterà, non è nella sua natura. I nerazzurri sono stati costruiti per fare la partita, ma dovranno essere bravi a stare attenti sulle coperture preventive, sulle seconde palle, sull’organizzazione difensiva.

Montella è un bravo stratega, ma il suo Milan è andato in difficoltà quando ha dovuto fare la partita - come contro Sassuolo e Udinese -, in quelle occasioni in cui mancano gli spazi. È capitato che si esponesse a contropiedi avversari e lì l’Inter dovrà farsi trovare pronta.

Il Milan di Montella ha un’identità ormai, avendo lavorato insieme da mesi. L’uomo su cui i nerazzurri dovranno riporre grande attenzione è Niang, colui che ha le caratteristiche per «strappare» la giocata, dare un cambio di velocità rapido, in poco spazio. Pioli, come dicevo, non avrà molto tempo per preparare la partita. Ed è proprio per questo che non mi aspetto grandi stravolgimenti tattici. La base per partire sarà più o meno quella vista finora. In questo momento il nuovo allenatore deve puntare sulle certezze.

Io però, alla luce anche delle partite con la nazionale, non rinuncerei a Brozovic. È ormai recuperato mentalmente e fisicamente sta bene. Bisogna sfruttare quei giocatori che hanno qualità ed esperienza. E Pioli dovrà anche esser bravo a motivare tutti coloro che non giocheranno dall’inizio perché sarà inevitabile lasciare qualche «nome» in panchina".