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Tra attualità e ricordi. Beppe Bergomi, intervenuto in collegamento con Sky Sport 24, ha parlato della difficile situazione del calcio italiano e non in tempo di coronavirus, per poi parlare della sua esperienza all'Inter:
CAMPIONATO CANCELLATO IN BELGIO - "La cancellazione del campionato del Belgio? Comprensibile. Bisogna capire la sensibilità dei giocatori. Assegnare il titolo è relativo. Ci sono dei campionati, per esempio la Premier, dove non assegnare il titolo al Liverpool sarebbe assurdo. La Serie A, invece, è molto più equilibrata. La decisione del Belgio non mi sorprende. Siamo in attesa di capire cosa fare.
PLAYOFF - "Sono sempre stato contrario, perché cambiare le regole in corsa non è bello. Non è nemmeno giusto inserire troppe squadre che magari in campionato erano distanziate dalle prime. L'unica soluzione sarebbe farli, ma con una formula che dia comunque vantaggi a chi è davanti.
PARTITA RIMASTA DENTRO - "Inter-Aston Villa, ci ha dato il via alla vittoria della Coppa UEFA. All'andata avevamo perso 2-0, vincemmo 3-0. Ma ne potrei dire tantissime".
ALLENATORE RIMASTO DENTRO - "Tutti mi hanno dato qualcosa. Ma, se devo fare un nome, dico Giovanni Trapattoni".
L'ARRIVO DI ZANETTI - "Arrivò con Rambert e fui il primo ad accoglierli con Moratti e Facchetti alla terrazza Martini. Ricordo il primo allenamento. Non gliela toglievi mai. Allora dissi: questo è forte. Pensai che qualcuno non avrebbe giocato per far posto a lui. Ne ha messi tanti in panchina.
COSA SIGNIFICA ESSERE NERAZZURRI - "Ogni squadra ha il suo dna, quello dell'Inter è diverso. Indossare la fascia non era solo scambiare il gagliardetto, ma significava essere un esempio, avere senso d'appartenenza. Valori di sofferenza. I tifosi sanno quello che vogliono dai giocatori. I valori dell'Inter sono unici, diversi".
ERIKSEN DAVANTI ALLA DIFESA - "Penso non possa giocare lì. Ha tempi di gioco e piedi, ma non il contatto fisico che devi avere in quella zona per andare a contrastare. La sua dote migliore è il tiro in porta".
COMPAGNO PIU' FORTE - "Non metto davanti Ronaldo, ma Matthaus, per la mentalità che aveva. Per la tecnica in velocità, quello che ho visto fare a Ronaldo non l'ho visto in nessun altro giocatore".
(Fonte: Sky Sport)
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