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Durante la trasmissione Calciomercato - L'Originale di SkyBeppe Bergomi ha rivelato che Lele Oriali tornerà a essere un dirigente dell'Inter:
"Ho fatto tre giorni negli Inter club in Calabria di recente la prima domanda che mi facevano era 'è vero che torna Oriali?' e io gli ho detto 'Sì' , perché loro [i tifosi] si identificano, vogliono vedere all'interno della società una figura importante."
Incalzato dal conduttore Alessandro Bonan che, prendendo spunto dai casi di Totti e De Rossi, gli ha chiesto se si fosse sentito una bandiera ammainata dall'Inter appena dopo il suo ritiro, Bergomi ha detto:
"Dopo che ho smesso mi avete preso subito voi e sono venuto a lavorare qui, dove mi trovo molto bene
"Sinceramente, volevo giocare ancora e avevo l'ambizione di giocare qualche anno perché stavo bene, poi le cose sono andate in altro modo, ci son rimasto male, ovvio, perché penso che le bandiere siano una risorsa importante.
"Moratti mi chiese se volevo che fosse ritirata la mia maglia, e io in quel momento gli dissi di sì, poi aggiunse 'Ti devono ricordare per quello che hai fatto', col tempo penso che abbia avuto ragione lui, perché le maglie che vanno dall'1 all'11 secondo me devono essere ancora indossate, per fare capire a chi arriva dopo il senso di appartenenza dato da chi ha indossato quella maglia, che è stato un esempio positivo per la squadra".
Bergomi poi spiega il significato di essere capitani di una squadra:
"Credo che un capitano sia per sempre: ieri nella visita agli Inter Club ero con Beppe Baresi e a distanza di venti anni continuano a chiamarci i capitani, in momenti diversi dell'Inter lo siamo stati e continui a esserlo per il tifoso.
"Il capitano, lo ripeto, non è quello che cambia il gagliardetto con l'altro capitano: io pensavo 'devo essere un esempio positivo, fare capire il senso di appartenenza, i valori, devo essere d'esempio per i giovani, soprattutto, e per gli stranieri che capivano il senso di indossare quella maglia".
"Dopo che ho smesso di giocare non ho avuto il timore che si dimenticassero di me perché lavorando in televisione ho mantenuto sempre molto alta la popolarità e quindi non ho vissuto quel momento
"Non è facile gestire il post carriera, devi capire [cosa vuoi] e devi riconoscere i tuoi limiti, i ragazzi di oggi vogliono tutto e subito, sia quelli a livello giovanile che quelli che si affacciano alla prima squadra, invece per raggiungere determinati risultati ci sono degli ostacoli e soprattutto bisogna fare fatica per raggiungerli".
( Sky)
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