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Un “regalo” della Supercoppa Italiana di gennaio a Riad.
«Se la vinci la Supercoppa ti dà tanto a livello di morale e di autostima, ma ora obbliga l’Inter a inserire in un momento già complicato una gara difficile come quella contro Gasperini».
Da qui la scelta di Inzaghi di fare turnover a Lecce.
«Giusto dare spazio a Frattesi che, se fosse stato nel Milan o nella Juve, avrebbe giocato senza dubbio di più. Anche altri però meritano una possibilità, fermo restando che con Lautaro, Mkhitaryan, Acerbi, Dimarco e Dumfries titolari, una certa identità tattica ci sarà sempre».
Guardando la classifica e il vantaggio su Juventus e Milan, c’è il rischio che l’Inter pensi un po’ al ritorno di Champions?
«Non credo proprio. Inzaghi è stato chiaro quando, a proposito del gap sulle inseguitrici in Serie A, ha detto che voleva giocatori concentrati anche la notte. Non credo che i nerazzurri si distrarranno nelle prossime sfide con Lecce, Atalanta, Genoa e Bologna: tutti sanno di giocarsi moltissimo e, indipendentemente da chi andrà in campo, sono convinto che l’Inter avrà la giusta mentalità».
Anche lei fa parte di coloro che considerano il campionato tutt’altro che chiuso?
«Non lo è assolutamente e non mi faccio ingannare da chi lo sostiene. Se conosco Allegri e Pioli, loro nella rimonta credono, anche se il Milan giocando il giovedì in Europa League sprecherà molte energie e se la Juve ha sciupato belle occasioni conquistando due punti nelle ultime quattro giornate».
La parola d’ordine, dunque, è “niente calcoli o tabelle”?
«Esatto. La testa va messa su un incontro alla volta. Dalla trasferta della scorsa stagione a Empoli, l’Inter ha iniziato con questa mentalità e ha fatto molto turnover. I risultati ottenuti sono sotto gli occhi di tutti. Soprattutto dopo la Champions, bisogna cambiare qualcosa per non avere testa e gambe pesanti».
Inzaghi può farlo perché ha l’organico più completo del campionato.
«Lo diciamo ora perché la classifica ha un certo volto, ma a inizio stagione questa squadra aveva perso quattro titolari del calibro di Onana, Skriniar, Brozovic e Lukaku più Dzeko. I giudizi e i pronostici erano diversi».
Merito di Inzaghi, ma anche dalla dirigenza scelta dal presidente Zhang.
«Sul mercato i dirigenti non hanno sbagliato niente e i risultati ottenuti lo confermano».
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