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Foto: Sky
Il giorno dopo il pareggio contro il Milan, intervistato dalla Gazzetta dello Sport Beppe Bergomi analizza la prestazione dell'Inter e la difficoltà dei nerazzurri di raccogliere i 3 punti nei big match. "Prima di affrontare il tema scontri diretti mi lasci dire che i rimpianti sono di rigore. Nel senso che quello fischiato a Bastoni contro la Lazio per me non c'era, perché il movimento era congruo, così come quello per la Juve era molto al limite. Poi dal dischetto sono arrivati errori pesanti, con Dimarco e ieri con Lautaro".
"Sotto l'aspetto del gioco l'Inter non è stata inferiore a nessuno. Rispetto all'anno scorso però mancano elementi come Lukaku e Hakimi che ti permettevano, una volta passato in vantaggio, di stare basso e avere campo per ripartire. La gara chiave è stata quella contro la Juve, perché nel derby l'hanno pareggiata in fretta, mentre a Roma è girata con quel rigore. Contro i bianconeri invece Dzeko ha segnato subito, ma non l'hanno chiusa perché gli attaccanti attuali non danno quella profondità e quegli strappi. Il difensore avversario non si preoccupa più di tanto sul lungo. Il Milan ieri accettava l'uno contro uno su tutti. Contro Lukaku sarebbe stato molto rischioso".
Già quattro rigoristi in 12 partite...
"Un'anomalia. Anche perché serve una gerarchia chiara. Il secondo rigorista lo tira quando il primo non è in campo. Lautaro invece lo ha lasciato a Calha, ma così quando è toccato a lui la pressione era doppia. E infatti... Il Toro non doveva lasciare il primo rigore a Calhanoglu".
Come si spiega il momento no dell'argentino?
"Si vede che non è lui, sbaglia anche il primo controllo. Credo che si porti dietro un sovraccarico di lavoro legato anche alla nazionale. Prima aveva solo due impegni, ora tre, e soprattutto è diventato titolare fisso. Presto tornerà a segnare. Ma nessuno mi leva dalla testa che due mesi fa quel rigore in movimento lo mandava nell'angolino, non fuori come ha fatto".
(Gazzetta dello Sport)
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