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A proposito di Lippi: è vero che nel 1999 fu lui a farti smettere?
—"Non esattamente. Marcello venne ad allenare l’Inter, aveva pieni poteri e decise di cambiare. Me lo disse con correttezza. Io allora andai da Moratti. Il presidente mi propose di scegliere la squadra che volevo per proseguire la carriera. Io ero ancora integro, un anno prima avevo disputato il quarto mondiale con il ct Maldini e nel club ero compagno del mitico Ronaldo, uno che al primo allenamento mi fece un pallonetto sulla testa e segnò un gol prima ancora che potessi girarmi!. Ma mi guardai allo specchio e compresi che non potevo indossare un’altra maglia".
E com’è che dopo all’Inter non sei più tornato? È passato un quarto di secolo…
—"A volte se ne è parlato, mai però concretamente. Intanto era arrivata la tv, nella mia vita".
Ma è vero che ci sono tifosi interisti che ti rimproverano di non essere abbastanza di parte?
—"Sai, la tv ha il potere di dividere. Tu mi conosci, io sono interista dentro, se non sto facendo la telecronaca la partita della Beneamata manco riesco a guardarla, mi agito troppo. Ma sul lavoro, a Sky, debbo rispettare la sensibilità di tutti".
(Quotidiano Sportivo)
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