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Beppe Bergomi, sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, parla così di Luciano Spalletti, in grado di riportare l'Inter al comando della classifica dopo due anni:
"Conservo ancora alcuni messaggi dell’estate scorsa con i quali rispondevo agli amici interisti scettici sulla scelta di Luciano Spalletti. Prima che iniziasse la stagione, avevo azzerato i loro dubbi. Conosco da tempo Luciano e sapevo che non ci sarebbero stati problemi per il suo approccio a Milano. Chi storceva il naso in estate, ora si ricrede nel vedere l’Inter in testa alla classifica. Quando avevo parlato con Spalletti gli avevo detto che i valori del tifoso interista sono diversi dagli altri. Non migliori o peggiori, si badi bene. Ma diversi. E lui che già sapeva, pur non avendo mai allenato l’Inter, ha iniziato subito a battere sul tasto dell’appartenenza. Ecco perché si è creata questa empatia con il mondo nerazzurro.Non si riassume così il lavoro di Spalletti, chiaro. La sua bravura risiede anche nella valorizzazione e nell’esaltazione delle qualità dei giocatori che ha a disposizione".
GLI ESEMPI - " Gli esempi più lampanti sono D’Ambrosio e Nagatomo, poi anche Santon, Ranocchia, Brozovic. Ha creato una compattezza e un’unione che si cementano con i risultati che continuano ad arrivare. Tutti si allenano per contribuire alla causa comune, si tolgono qualcosa per offrirla al compagno se necessario.C’è poi l’aspetto fisico: in Serie A paga avere una rosa attrezzata da questo punto di vista. Una rosa, quella dell’Inter, che non sarà ampia, ma che possiede giocatori di qualità. Brozovic, ancora lui, è il miglior trequartista di questo gruppo. Borja, poi, è perfetto davanti alla difesa. Ma se Spalletti preferisce avere più sostanza con Gagliardini e Vecino può spostare lo spagnolo da trequartista. Ecco, la duttilità di alcuni giocatori permette di variare interpretazione del 4-2-3-1. La squadra è stata costruita bene. L’Inter ha la consapevolezza di giocare quasi a memoria. So che metto pressione all’ambiente, ma lo dico con convinzione: si può parlare di scudetto".
OBIETTIVO - "I nerazzurri resteranno lassù fino in fondo. Inter, Juve, Lazio e Roma sono forti fisicamente e di qualità. Il Napoli ha una sua struttura a parte, gioca un calcio che solo Maurizio Sarri sa portare avanti. Certo, non ha alternative allo spartito, ma quando è al 100% produce un gioco eccezionale. Sabato l’Inter non dovrà snaturarsi, ma adeguarsi tatticamente dentro la partita a seconda del momento. La squadra non sbaglierà partita. Potrà perdere, ma non sbaglierà atteggiamento e interpretazione. L’Inter sa stare dentro la partita ormai, nella buona e nella cattiva sorte. Credo che la Juve tema più i nerazzurri che il Napoli. Max Allegri ha a disposizione una rosa più profonda, di qualità, e questo gli permette di non aver ancora scelto definitivamente la fisionomia tattica della sua creatura. Ma a Torino sabato capiranno quanto sia difficile giocare contro questa Inter, che ha ancora margini di miglioramento, ma con una maturità evidente".
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