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Lunga analisi di Fabrizio Biasin, tra le pagine dell'edizione odierna di Libero, sul momento dell'Inter dopo lo sfogo di Antonio Conte dopo la sconfitta di Dortmund. Il giornalista commenta così le parole del tecnico: "Il fatto che uno tra i tecnici più bravi del globo pretenda il massimo è piuttosto scontato: da quando esiste il calcio tutti i suoi predecessori hanno "chiesto", più o meno esplicitamente (lo ha fatto Mancini, lo ha fatto Mourinho, lo ha fatto Spalletti, solo per citare i più recenti), quello che stona è la tempistica, oltre che i modi. Alzare la voce a inizio novembre ha poco senso per due motivi: il mercato estivo è chiuso da un po', quello invernale aprirà tra un po'. Lamentarsi ora ha poco senso e ha il solo effetto di alzare la tensione in un gruppo che nonostante l'ultimo inciampo sta facendo molto bene il suo dovere.
Sì, è vero, l'Inter ha qualche problema di organico, in particolare dopo l'ultima mazzata, ovvero la distorsione alla caviglia di Politano che terrà fuori l'attaccante per almeno un mese. Con Sanchez ai box fino a gennaio, là davanti, a conti fatti, restano solo in tre: Lautaro, Lukaku e il giovanissimo Esposito. Il fastidio del tecnico, in ogni caso, non dipende solo dal numero di giocatori a disposizione, semmai è figlio di una situazione attualmente senza soluzione: si gioca ogni tre giorni e, quindi, è impossibile che la squadra riesca a dare al suo tecnico l'intensità massima che è prerogativa del calcio "contiano".
Per riuscire nell'impresa l'ex ct avrebbe bisogno di una «doppia rosa», un impianto che in Italia ha solo la Juve e che i nerazzurri - usciti a giugno dal famigerato settlement agreement - non possono ancora permettersi. La proprietà cinese dell'Inter, che poi è la famiglia Zhang, l'estate passata ha imposto un grande cambio di marcia: ha investito quanto le era consentito dalle regole del fairplay finanziario (anzi, di più, si parla di oltre cento milioni di euro) e, prima ancora, ha scelto di puntare sul tecnico migliore presente sulla piazza, ovvero lo stesso Conte. A lui ha offerto un contratto decisamente importante (11 milioni), da lui pretende che si riescano ad accorciare (non azzerare, accorciare) le distanze con chi negli ultimi anni ha fatto il vuoto (la Juve, ma pure il Napoli).
Conte ci sta riuscendo ma teme che sul lungo periodo i problemi possano aumentare. Ha ragione, ma il fatto è che l'Inter non può fare moltissimo per accontentarlo: non perché non vuole, ma perché non può. A gennaio il club provvederà a rimpinguare la rosa con un paio di innesti, uno a centrocampo e uno in attacco, ma solo se il mercato offrirà effettive possibilità e solo a condizioni «intelligenti» (nessun esborso multi-milionario). Questa situazione non è «nuova», semmai chiara fin dalla scorsa estate: l'Inter deve crescere un passo alla volta e lo deve fare seguendo le regole imposte dall'Uefa. Ci sta riuscendo e la cosa è sotto gli occhi di tutti. Il merito è di un gruppo che ha certamente qualche limite ma è anche ben costruito, il merito è soprattutto di un grande allenatore che ha un solo, vero difetto: si incazza come una bestia anche quando potrebbe farne a meno".
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