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In che cosa è migliorato?
«La forza fisica lo ha accompagnato sempre, poi è cresciuto nella tecnica e nel mestiere dell’attaccante. Anche dal punto di vista del posizionamento in area: adesso sa come smarcarsi, dove farsi trovare per far gol. È partito sulla fascia, soprattutto a sinistra dove preferiva poi rientrare sul destro, nel tempo si è spostato ed è diventato un vero centravanti».
Ecco, c’è un po’ di confusione sul ruolo: dove dà il meglio?
«Per me in mezzo: è una punta centrale molto difficile da marcare per la sua esplosività fisica. Ma può giocare assieme ad una prima punta, visto che sa venire incontro, e anche da attaccante esterno come qualche anno fa. Sa fare tante cose e tutte bene: è proprio uno di quei giocatori che tutti i tecnici vorrebbero».
Lo vede meglio con Lautaro o con Lukaku, se l’Inter dovesse tenere il belga?
«Per me completa entrambi. Saprebbe prendersi il centro dell’attacco giocando con Lautaro che gli girerebbe intorno. Ma farebbe pure quello stesso lavoro di movimento se ci fosse Lukaku al centro. Di certo, l’Inter ha un attacco formidabile, con punte diverse da assemblare».
Ma è vero che deve imparare ancora a “vedere” la porta?
«La vede molto più di quanto si pensi, il fatto che segni poco è un falso mito. In Germania ha proprio imparato, sa metterla dentro. Sono convinto che, inserendosi in una squadra di questo livello, ne farà altri. Quindi, non preoccupatevi...».
La tradizione francese dell’Inter non è, forse, così ricca come in altre squadre italiane: con Marcus cambia la storia?
«Sono molto contento che Marcus porti la bandiera francese ad Appiano e che l’Inter sia più... francese. Certo che adesso in Italia c’è un Thuram interista e uno Weah juventino, si rischia di fare confusione! Scherzi a parte, sono ragazzi fortissimi che cercano la loro strada e vogliono andare oltre l’eredità paterna. Considerando sempre che è impossibile dimenticare papà così forti».
Ma come mai per lei Marcus non è andato al Psg?
«Ha fatto la sua scelta, sicuramente peserà la voglia di essere protagonista e suo padre lo avrà consigliato visto che conosce così bene la A: è un campionato competitivo e il fatto che arrivi da un altro torneo estero lo aiuterà. So pure che poteva andare al Milan, e invece... (ride, ndr)».
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