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Getty Images
È Paolo Bonolis l'ospite della puntata di Kickoff, il podcast di Inter Tv. Il presentatore è soddisfatto del cammino in campionato dell'Inter che guida la classifica di Serie A. Elogi soprattutto per l'assetto difensivo della squadra di Conte: "È il meccanismo di lavoro della squadra. Loro tre sono l'ultimo baludardo, ma ce ne sono altri prima. Lo stesso Lautaro contro l'Atalanta è stato fondamentale come interditore. La difesa regge quando la squadra regge accompagnando tutta l'azione difensiva. La squadra non è strutturata per difendersi, ma per difendersi insieme e per attaccare insieme. Quello che è riuscito a fare Conte è quello di aver creato una mente alveare".
Ti aspettavi un'Inter così solida?
"Conte ha intuito dopo alcune giornate di campionato come si doveva muovere. L'Inter è una squadra che ha degli ottimi interditori, degli ottimi difensori e degli offensivi di gamba. Hai offensivi di gamba, quindi serviva abbassare il baricentro. Una volta capito questo, siamo diventati molto più prolifici sia in fase offensiva che in fase difensiva".
Inter dei Record
"Mi ricordo quello scudetto fantastico, mi ricordo Aldo Serena che quell'anno era in uno stato di grazia pura. Qualunque cosa facesse, come la toccava andava dentro. Sono delle piccole godurie che ti permetti in stagioni dorate. Però era comunque una grande squadra che aveva in rosa i due tedeschi, poi venne la pantegana".
L'Inter di Mancini 2006/07 in difesa aveva Julio Cesar, Maicon, Materazzi, Burdisso, Maxwell.
"Soprattutto il mio caro numero 23 che la metteva dentro con il suo capoccione. Un giocatore fantastico, cattivo al punto giusto, fisicamente mostruoso e attaccatissimo alla casacca nerazzurra. Marco è stato uno degli emblemi non solo dell'Inter ma anche dell'Italia".
D'Ambrosio con l'Atalanta?
"Sono astuzie che il giocatore mette in pratica. Bene o male lo fanno tutti. Nella partita con l'Atalanta, chi ha assorbito questa logica quasi di cattiveria agonistica, l'ha fatta chi non me l'aspettavo, cioè il principe di Danimarca. È entrato in campo con la delicatezza del tocco, ma con l'animus pugnandi di Gattuso. Se può toccare il pallone con eleganza con Lukaku lo fa, se poi deve mandare la palla in tribuna, manda la palla in tribuna. Voglio dare tanto di cappello ad Antonio Conte che ha saputo capire quanto è necessario per un giocatore che viene da altri campionati, avere un tempo di ambientamento che è stato concesso a tutti. Christian si è dovuto ambientare, conoscere nuovi meccanismi di gioco e nuove passioni da investire e piano piano quel colore nerazzurro gli sta colorando la pelle. Ora Christian è un giocatore al quale io non toglierei mai la maglia da titolare perché ha imparato a combattere sia con la clave che con il fioretto. Mi sta invece deludendo Vidal".
Col Torino che partita ti aspetti?
"Tutte le partite sono insidiose, ogni partita si risolve con l'impegno intrapreso ma anche con le circostanze che non puoi prevedere prima. Torino-Inter è una partita difficile come tutte quelle che ci saranno".
(Inter.it)
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