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MILAN, ITALY - DECEMBER 18: Paolo Bonolis poses for a photo during the FC Internazionale Xmas Dinner on December 18, 2018 in Milan, Italy. (Photo by Claudio Villa - Inter/FC Internazionale via Getty Images)
Intervenuto ai microfoni di FootballNews24, Paolo Bonolis, conduttore tv e tifoso dell'Inter, ha parlato così del momento dei nerazzurri e non solo: “Qualunque tifoso, tranne quelli del Napoli, poteva aspettarsi di più dalla propria squadra. L’Inter è partita con alcune difficoltà per via di alcune assenze importanti soprattutto Lukaku, che è un giocatore che ti da la possibilità di avere in campo freschezza e fisicità. Siamo partiti con un mercato ancora aperto: la problematica di Skriniar, di De Vrij, di Gosens, poi dopo le cose si sono riassestate. Adesso l’Inter sta giocando bene e sta ottenendo risultati, ci si aspettava qualcosa in più prima, però non tutte le ciambelle escono fuori con il buco”.
Secondo lei l’Inter si è già rialzata?
“Io credo che si sia rialzata e fa quello che questa squadra può fare. Ogni volta che l’allenatore viene paragonato a Conte, non dobbiamo dimenticare che quest’ultimo aveva la possibilità di giocare un contropiede fantastico con tre frecce come Hakimi, Lukaku e Perisic. Lo scorso anno Simone non aveva ne il belga ne il marocchino, e quest’anno non ha nessuno dei tre. La squadra è diversa rispetto a prima, quindi secondo questi paragoni sono inutili. La rosa dell’Inter è ottima, ha dei giocatori sovrapponibili e sembra che con Calhanoglu in cabina di regia al posto di Brozovic si sta iniziando a ritrovare una quadra in una stagione strana vista la presenza del Mondiale. L’Inter ora sta facendo bene. Alla base di tutto ci sono dei problemi societari economici, e se questi verrano risolti, si potrebbe svolgere un mercato che la famiglia Zhang può permettersi se non ci fossero appunto gli impedimenti della politica economica cinese”.
Il Napoli non è vicino, ma vista anche la sosta, secondo lei l’Inter può ancora ambire allo scudetto?
“L’Inter deve ambire allo scudetto. Undici punti di differenza come sono stati persi si possono riguadagnare e non è detto che le squadre che sono più avanti non possano avere momenti di difficoltà dei quali si potrà approfittare. Ci sono ancora 69 punti a disposizione e tutto può essere. L’Inter deve ancora giocare i due scontri diretti contro il Napoli, che dal canto suo, alcune volte, ha portato a casa i tre punti con quel briciolo di buonasorte che fa parte delle variabili della vita. Le vittorie dei partenopei contro Roma, Lazio o Milan, sono state scaturite proprio da un episodio, e, non me ne vogliano i tifosi del Napoli, ma se questi episodi a volte favorissero anche gli altri, allora si potrà rimediare”.
In ottica mercato, qual’è il settore dove la dirigenza dovrebbe intervenire in particolar modo?
“È difficile pensare a questo. L’Inter ha una buona rosa quindi l’allenatore ha delle difficoltè a variare in corso d’opera i meccanismi di gioco. Se dovesse andare via Gosens ho sentito che stiamo trattando un ragazzo spagnolo, stanno anche lavorando su Alcaraz, centrocampista argentino vista la possibile partenza di Gagliardini e poi dovrebbe rientrare Lukaku. Credo però che forse, l’Inter potrebbe concedersi in rosa un naturale trequartista, quello che va oltre gli schemi e che salta più facilmente l’uomo così da trovarsi spesso in superiorità numerica. Ecco questo tipo di giocatore credo che manchi nella rosa nerazzurra, però sai, siamo tutti bravi a fare i fenomeni con le economie degli altri”.
A proposito di Lukaku, vorrei sapere il suo pensiero sul ritorno del belga, e chi preferisce tra lui e Dzeko al fianco di Lautaro?
“Sono due meccanismi di gioco completamente differenti. Lukaku e Dzeko sono gli unici due giocatori non sovrapponibili nell’Inter. Dzeko sta facendo benissimo: è elegante, utile, importante, finalizza e crea gioco nonostante l’età, e visti appunto i 37 anni, magari giocare novanta minuti non è troppo. Avere Lukaku significa quindi anche cambiare nel bel mezzo della partita, per garantire riposo ad entrambi e giovare della freschezza dell’uno o dell’altro. Sono due giocatori differenti. Uno lavora sulla profondità, e un altro lavora sull’intelligenza tattica, sulla visione e nel difendere palla, però ripeto, vista l’età del bosniaco un suo impiego così massiccio potrebbe portare ad un logoramento e quindi una funzione di gioco relativa a Lukaku che è più giovane e speriamo solo sia sano quando torni”.
Vorrei sapere da parte sua due cose: qual’è giocatore che preferisce di più attualmente, e quello che in passato ha amato di più?
“Del passato sono tanti i giocatori a cui sono affezionato. È ovvio che il pensiero va all’eterno capitano Zanetti, ma io il giocatore che ho amato di più per come rendeva in campo è stato Cambiasso. secondo me calciatore eccellente: finalizzatore, recupera palloni, intelligente tatticamente, mi piaceva tantissimo come tutti gli eroi del triplete. Un po’ come Altobelli, Rummenigge e soprattutto Ronaldo, che purtroppo all’Inter, nonostante abbia dato spettacolo, non ha reso come avrebbe potuto visti gli infortuni. Poi c’è Vieri, altro giocatore che ci ha dato tantissimo, e che insieme proprio a Ronaldo doveva formare una coppia al fulmicotone, ma proprio per via dei problemi fisici del brasiliano purtroppo hanno giocato poco insieme.
All’Inter c’è una storia infinita di giocatori amati da tutti noi che tifiamo questa squadra. Attualmente invece, vedo una disponibilità d’intelligenza nel reparto offensivo da parte di Dzeko, una disponibilità spasmodica nel corso della partita da parte di Lautaro, che si spende tanto durante i novanta minuti. Mi piacciono tutti, anzi se vuoi posso dirti i due che mi piacciono meno: uno è Dumfries, un ragazzo che in campo da l’anima ma mi sembra avvolto in una nube di timidezza, e secondo me, per giocare a quei livelli dovrebbe migliorare un po’ a livello tecnico e tattico. L’altro è Correa, che ha invece una tecnica invidiabile ma basterebbe almeno un po’ di continuità”.
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