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A tre giorni dalla chiusura della sessione estiva del calciomercato 2012, il direttore dell'area tecnica di FC Internazionale, Marco Branca ha rilasciato un'intervista esclusiva ai microfoni di Andrea Paventi per Sky Sport 24, in onda nelle varie edizioni del tg sul canale 200.
Che analisi fa Marco Branca della sconfitta subita ieri dall'Inter nella partita contro la Roma? È legata a una mancanza di personalità?
"Io non direi proprio a una mancanza di personalità, anzi devo dire che mi è piaciuta molto la reazione al primo gol della Roma dopo 15 minuti. Devo dire che alla fine del primo tempo ero molto soddisfatto del carattere e della reazione della squadra, la stessa che già aveva dimostrato tre giorni prima nella partita di Coppa, in considerazione di molti fattori: di un grande cambiamento, di un centrocampo nuovo, di qualche difensore nuovo - perchè io considero nuovo anche Ranocchia, che si era leggermente riposato lo scorso anno e quest'anno abbiamo visto di che pasta è fatto -, con un attacco nuovo e tutti mi hanno dato la sensazione di una grande potenzialità. Questa grande potenzialità me l'hanno data dal punto di vista fisico, dal punto di vista della personalità, tecnico e anche della mobilità. Nel secondo tempo siamo partiti così così, poi abbiamo preso un gol che era evidentemente evitabile per le nostre capacità tattiche, tecniche e fisiche; dal punto di vista psicologico ci siamo ritrovati con meno energie nervose da spendere, visto che già le avevamo spese tre giorni prima, però in considerazione di tutti questi fattori, di tutte queste novità e delle idee chiare che ha l'allenatore e tutta la società, c'è solo bisogno di quell'attimo di pazienza per trovare l'equilibrio della squadra, che è sempre quello che fa la differenza. Direi che i tre punti sono quelli che pesano di più nella testa fino alle quattro del mattino, poi però da questa mattina si può pensare in modo positivo proprio perchè ci sono dei grandi segnali".
Parla di pazienza: è proprio questo l'atteggiamento che la società avrà nei confronti del lavoro dell'allenatore, anche in considerazione di partite che possono creare degli alti e bassi? È facile quando ci si affida ad un allenatore giovane pensare che, se dopo poco, le cose non vanno benissimo tutto debba essere rimesso in discussione.
"Credo che sia facile da parte del sistema, cioè di quello che sta fuori, e questo è comprensibile. Noi in questo sappiamo che ci sono delle regole, queste regole devono andarci bene sia quando le cose vanno bene sia quando non vanno bene. Bisogna essere forti, non a caso ci chiamano professionisti perchè dobbiamo essere forti proprio per quello. L'atteggiamento non sarà solo di pazienza, ma parte dalla fiducia, dalla grande fiducia dimostrata all'allenatore già nel finale dello scorso anno e che prosegue quest'anno. Noi lo sappiamo perfettamente, chi fa questo mestiere ha delle tempistiche diverse: come nel primo anno di Mancini, se voi ricordate anche in quel momento ci è voluta pazienza, ma anche in quel caso c'era grande fiducia. Poi dopo, piano piano - perchè le cose non si possono costruire vincenti in un solo giorno - siamo migliorati, abbiamo raggiunto dei grandi risultati partendo da un piccolo risultato, che era la vittoria della Coppa Italia. Quest'anno siamo nella stessa situazione perchè abbiamo rinnovato, ci sono dei giocatori con grande motivazione, c'è da lavorare, mantenere la fiducia e portare pazienza".
Quello appena concluso dall'Inter è stato il mercato più ricco dal dopo Mourinho, dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Perchè secondo Marco Branca lo si è potuto fare quest'anno? È legato molto alla fiducia che la società ripone nell'allenatore?
"Scusate se vi contraddico, ma non è proprio cosi perchè nel primo anno di Mourinho noi spendemmo più di 60 milioni di euro alla voce delle uscite. Nel secondo anno - in considerazione del fatto che facemmo un affare che al tempo non tutti videro positivamente perchè la partenza di Ibrahimovic, come sempre divise - abbiamo potuto spendere proprio perchè avevamo. Quest'anno abbiamo fatto un mercato ricco di cambi, ma molto diverso perchè se quel mercato ci aveva portato degli ingaggi maggiori, quest'anno siamo riusciti ad abbassare il nostro monte ingaggi di circa 40 milioni di euro e questa è una cosa che bisogna fare anche se non ci piace. Questo tipo di discorso al tifoso, quando parte il campionato, interessa fino a un certo punto e quando parte il campionato anche per noi non è una voce fondamentale però bisogna essere dei seri professionisti per cui l'abbiamo fatto e lo abbiamo fatto al massimo delle possibilità possibili, degli incastri possibili e, a mio parere, siamo riusciti a portare all'Inter dei giocatori con grandi motivazioni e con grande potenziale".
Perchè è stata giusta fare adesso un'operazione come quella di Cassano, che già all'epoca di Mancini poteva interessare?
"Perche ci sono delle tempistiche, delle opportunità, dei momenti e dei progetti che sono diversi perchè probabilmente sei, sette, otto anni fa c'erano dei progetti per altre tipologie di giocatori e può anche darsi che oggi Cassano sia completamente diverso da come era otto anni fa. Ci sono delle cose nel mercato che funzionano sempre dal punto di vista della tempistica: non si può mai stabilire al 100%, ma neanche al 75%, quello che sarà il mercato quando inizia il 1° luglio perchè le opportunità cambiano per tutti, cambiano giorno dopo giorno e devi essere bravo e capace nel cogliere quegli attimi che poi si possono verificare. Io credo che, da quel punto di vista, noi lo abbiamo fatto al massimo delle possibilità che questo mercato ci poteva proporre e siamo soddisfatti del potenziale che abbiamo. Ora dobbiamo lavorare su questo potenziale".
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