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Marco Branca, ex direttore dell'area tecnica dell'Inter, ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport dell'arrivo in nerazzurro di Alexis Sanchez, inseguito già nel 2011: "Misi sul tavolo 18 milioni - ci ha detto -, praticamente tutto quello che avevo a disposizione per quella sessione di mercato, ma non furono sufficienti... Provai anche a far pesare il mio rapporto con la famiglia Pozzo, visto che conosco Gino e papà Giampaolo dal 1987, ma mi spiegarono che la valutazione di Sanchez che avevano in mente era molto superiore alla cifra che ero arrivato a proporre io. Sapevo che non potevo competere con il Barcellona, ma era giusto provarci perché il giocatore era di valore mondiale e non avevo dubbi che avrebbe avuto una carriera importante. Da solo non avrebbe cambiato il destino di un’Inter che era avviata alla conclusione di un ciclo, ma sono convinto che ci avrebbe dato una bella mano. Il fatto che sia arrivato in prestito e con una bella fetta di stipendio pagata la giudico una grande operazione. In più, particolare certo non di secondo piano, Sanchez avrà grandi stimoli perché è reduce da una stagione non brillante. E quando i top player vogliono riscattarsi, mettono in campo ancora più disponibilità. Vi ricordate quello che è successo nell’anno del triplete? Sneijder, Lucio, Eto’o, ma anche Motta e Pandev avevano tutti dentro motivazioni e desiderio di rivincita. I risultati si raggiungono anche e soprattutto grazie agli stimoli. Ha dribbling, accelerazione e senso del gol, oltre alla capacità di adattarsi sia al ruolo di seconda punta sia il trequartista. Con Lukaku ha un buon feeling e questo lo aiuterà. In più uno come lui può garantire esperienza internazionale e qualità. Avrà la fortuna di lavorare con un grande tecnico e può fare ottime cose all'Inter".
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