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Andreas Brehme, ex difensore tedesco dell'Inter, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. E come prima cosa ha voluto spendere parole di elogio per Achraf Hakimi, colpo dell'ultimo mercato interista: "Ve lo dico io com'è andata, quella partita me la ricordo bene: Conte si è innamorato di Hakimi a Dortmund. E ha fatto bene: gli esterni nel suo gioco sono fondamentali".
È davvero così forte?
"È un giocatore eccezionale, non ce ne sono molti in giro così. Tecnico e velocissimo, darà una mano enorme all'Inter in questa stagione, ne sono convinto. In Bundesliga era dominante, nonostante l'età giovanissima".
La sua dote più grande?
"La freddezza nel produrre assist dopo uno scatto: sa essere decisivo".
Perché il Real Madrid se ne è privato, non riportandolo a casa?
"Me lo chiedo anch'io. Hakimi mi fa tornare in mente quando ai miei tempi, con la regola dei tre stranieri, il calciatore che arrivava dall'estero doveva necessariamente essere in grado di fare la differenza. Ecco, con lui l'Inter è tornata a quei giorni lì: Hakimi non è uno qualunque, in campo fa cose diverse dagli altri".
Dove può arrivare l'Inter?
"Allo scudetto, per questo è stata costruita, altrimenti sul mercato non vai a prendere uno come Vidal. La scorsa stagione la distanza con la Juve era più ampia del punto di distacco a fine campionato, i bianconeri alla fine mollarono. Ma ora il gap è ridotto".
Lei lo scudetto l'ha vinto: quando si capisce che è l'anno giusto?
"Non c'è una data in verità, ci sono le partite. La nostra fu il derby d'andata".
A proposito di derby: come sarà il prossimo?
"Diverso da tutti gli altri, imprevedibile per un motivo: non c'è pubblico, sarà stranissimo vedere San Siro vuoto, pure per i giocatori. In campo, la partita può essere un trampolino per l'Inter. Ma occhio, il Milan sta andando alla grande: il discorso vale anche per loro".
Da Trap a Conte: è leggibile qualche analogia, oltre il passato juventino di entrambi?
"Sì, sono due allenatori molto attenti all'aspetto motivazionale. E poi tutti e due sono stati accompagnati dalla fama di difensivisti: non lo è questa Inter, che propone un calcio offensivo. E guai a chi ricorda così il mio Trapattoni: vincemmo quel campionato con Serena capocannoniere e in generale con il miglior attacco della Serie A (67 gol, ndr), segnando di più anche del Milan di Sacchi e dei tre olandesi".
Un consiglio...«tedesco»: dopo il Milan c'è il Borussia Moenchengladbach sulla strada della Champions.
"Fermi tutti: l'Inter è favorita. È più forte. Il Borussia mi piace, propone calcio, ha giocatori pericolosi in attacco. Ma la loro difesa è vulnerabile. E in generale è una squadra con molti up and down, mentre l'Inter mi sembra abbia un rendimento più regolare. Non c'è da avere paura".
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