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GENOA, ITALY - OCTOBER 25: Nicolas Andres Burdisso of Genoa CFC gestures during the Serie A match between Genoa CFC and AC Milan at Stadio Luigi Ferraris on October 25, 2016 in Genoa, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
"Domenica sera l’Inter avrà di fronte il Genoa a San Siro. Tra le fila dei rossoblù, come capitano, ci sarà anche un ex interista: Burdisso. Il difensore argentino ha parlato a Il Secolo XIX prima della sfida coi nerazzurri.
"Lei ha detto: Si gioca come si vive. Una vita da capitano
“Ho portato la fascia al braccio nell’Argentina,nel Boca Juniors. Nell’Inter, in qualche partita, quando mancava Zanetti sebbene ci fossero tanti capitani come Materzzi, Cordoba, Toldo. Nella Roma se non c’erano Totti e De Rossi. Quindi nel Genoa dopo la partenza di Antonelli. Mi piace come i genoani si identificano con Signorini. O poi Rossi. E’ tra le cose che mi hanno fatto scegliere di stare qua a tutti i costi”.
"Chi è il suo capitano?
“Il primo al Boca. El Patron Jorge Bermudez. Poi ce ne sono diversi tipi. Zanetti all’Inter era più ragionevole, vicino a tutti, capace di ascoltare. Totti a Roma quasi un personaggio mitologico: leader calcistico, nel momento più importante, la partita. Poi Messi o Mascherano con i quali a volte mi sono messo sullo stesso piano a discutere”.
"Domenica c’è l’Inter, il suo Genoa può essere ammazza grandi anche in trasferta?
“Me lo auguro, con la carica di Juric e la nostra idea di gioco. Finora fuori casa non abbiamo sbagliato l’approccio, ma è mancata la reazione alle avversità. Ci stiamo lavorando”.
"Prima che in partita incorderà Icardi a centrocampo con la fascia
“Una scelta coraggiosa della società. Il capitano è tale soprattutto in campo e lui lì non ha quasi mai sbagliato. Il resto lo imparerà. In campo fa il suo e segna, nello spogliatoio non so e quindi non mi pronuncio”.
"Incontrerà i suoi amici Zanetti, vicepresidente, e Samuel, collaboratore di Pioli.
“Campioni che hanno dato tanto e che con l’Inter avranno un legame eterno”.
"Il suo legame coi nerazzurri?
“Un bellissimo ricordo. Abbiamo vinto tanto, con tanti campionai, l’affetto dei tifosi, la vicinanza di Moratti. Un periodo bello, chiuso”.
"E segnato da ciò che nel 2004 ha cambiato la sua vita
“Pensando all’Inter, la prima cosa che mi viene in mente è mia figlia Angelica che a 2 anni sconfigge una malattia difficilissima. Un momento che mi ha cambiato e condizionato. A distanza posso dire che affrontando a 23 anni la leucemia di mia figlia fosse impossibile conservare equilibrio in campo. Ho imparato a relativizzare il calcio. E ho imparato molto su di me e su di lei”.
"Cosa le disse la società?
“Mi dissero: fermati e torna quando vuoi. Con un altro lavoro non avrei potuto”.
"(Il Secolo XIX)
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